Messaggioda Blizzard » giovedì 9 aprile 2009, 10:32
Il mio ricordo del terremoto del 1980
“Ricordo che quella domenica mattina io, mio padre e mio fratello eravamo andati a fare una escursione nel bosco degli Astroni. Era una splendida giornata di sole ma nella parte più bassa del cratere c’era uno strato di nebbiolina, con la temperatura decisamente più bassa che non all’ingresso.
Alle 19.30 io ero in camera da pranzo, seduto a studiare geografia astronomica, materia che già avevo scelto quale materia orale facoltativa da “portare” all’esame di maturità.
Alle ore 19.34 il cielo era sereno, vi era completa calma di vento e Napoli era avvolta da una leggera foschia. Ed ecco che la terra iniziò a scuotersi, dapprima con scosse sussultorie e successivamente ondulatorie. Ricordo la sensazione stranissima del pavimento che si muoveva sotto i piedi, una sensazione che non avevo mai provato in precedenza e che gradirei non provare più. Il sisma ebbe una durata interminabile: ad un certo punto scappai di casa, a piedi scalzi, scendendo in strada. Ricordo una scena che ancor oggi mi fa venire la pelle d’oca e che non dimenticherò mai: i palazzi, oscillando paurosamente, portavano ad un continuo tendersi ed allentarsi dei cavi di sostegno dei lampioni dell’illuminazione stradale che venivano sballottati su e giù dando l’impressione che ci fosse un vento furioso ed invece l’aria era perfettamente immobile. La villa comunale era piena di gente. Si potevano vedere persone seminude: ricordo benissimo un signore avvolto in un accappatoio bianco che immagino non se la stesse vedendo troppo bene.
Il mattino dopo era come se non riuscissi a vedere le cose con lo stesso occhio. Anche il cielo aveva un aspetto strano, un aspetto anonimo che non riuscivo a decifrare e che non mi interessava. La sera arrivava con il suo carico pesantissimo di paura tant’è che preferivo passeggiare fino a tardi nella Villa Comunale ove si erano andate allestendo tende, roulottes, e potevano osservarsi centinaia di fuochi accesi per ripararsi dal freddo e godere di quel tepore che, complice la compagnia delle persone raccolte intorno al fuoco, contribuiva a tenere lontano quella sensazione di paura che si era profondamente insinuata nei cuori di tutti.
Il tempo si mantenne buono fino al 26 novembre, giorno in cui iniziò a manifestarsi una decisa diminuzione della pressione. In serata andai come al solito a fare una lunga passeggiata in Villa Comunale. Ricordo che il cielo era coperto ed il vento spirava piuttosto forte da SE; malgrado non facesse freddo, in giro non si vedeva quasi nessuno. Tutti si erano rinchiusi nelle tende dalle quali, attraverso le pareti, si intravedevano i bagliore dei fuochi accesi.
Il mattino del 27 novembre verso le 8.00 si scatenò un temporale con grandine ed il vento virò a SO. La pressione era scesa a 1006 hPa contro i 1028 hPa del mattino del 25. Quel temporale aveva dato inizio alla prima intensa fase di maltempo di un inverno che sarebbe risultato freddissimo e veramente crudele nei confronti delle migliaia di senzatetto dell’Irpinia e della Lucania.
La Parrocchia dell’Ascensione aveva predisposto un punto di raccolta di generi alimentari, coperte e farmaci da inviare alle popolazioni più duramente colpite dal terremoto. Una grigia e piovosa mattina di dicembre io e mia madre portammo della pasta e del latte ed entrammo in chiesa durante la messa: ricordo il padre che celebrava la messa che invocava l’intercessione divina affinché facesse migliorare il tempo.
Il dicembre 1980 ed il gennaio e febbraio 1981 furono però, purtroppo, mesi freddi e nevosi. Le montagne dell’Irpinia e del potentino, il cosiddetto cratere, dovettero subire nevicate eccezionali e temperature polari. Napoli (Capodichino) vide il registrarsi delle seguenti temperature:
Dicembre : media Tmin 1a decade = 2,4°C
Media Tmin 2a decade = 4,1°C
Media Tmin 3a decade = 3,8°C
Gennaio : media Tmin 1a decade = 0,9°C
Media Tmin 2a decade = 2,5°C
Media Tmin 3a decade = 2,7°C
Febbraio : media Tmin 1a decade = 3,9°C
Media Tmin 2a decade = 2,7°C
Media Tmin 3a decade = 4,4°C
Media Tmin nei tre mesi = 3,0°C
in pratica il più lungo periodo con temperature ininterrottamente sotto le medie stagionali che abbia interessato Napoli negli ultimi 25 anni. Nei tre mesi si ebbero, inoltre, 36 giorni con pioggia per 464 mm e ben 19 giorni con gelo notturno”.
I nomi dei comuni dell’Alta Irpinia e del potentino divennero tristemente famosi:
S. Angelo dei Lombardi, Lioni, Teora, Calabritto, Conza, Laviano, Pescopagano, Calitri, San Fele, Muro Lucano e la stessa Potenza per mesi e mesi occuparono i notiziari televisivi e le pagine dei quotidiani. Le immagini delle baraccopoli coperte di neve e delle grandi sofferenze della popolazione fecero il giro del mondo. Furono diverse migliaia le persone che persero la vita e decine di migliaia i feriti. Ma fu praticamente tutta la popolazione di due regioni, la Campania e la Basilicata, a rimanere ferita psicologicamente e segnata indelebilmente da quel terribile sisma.