Situazione inghiottitoio nevoso sugli Alburni
Inviato: domenica 27 agosto 2017, 17:52
E’ inutile dire che lo scenario naturalistico che propone la sentieristica del Massiccio degli Alburni, al viandante che la percorre per raggiungere la vetta del Monte Panormo, è senza dubbi tra le più belle e mezza fiato dell’intera Campania. Alla rigogliosa faggeta, che si dirada solo ad un passo dalla vetta lasciando posto ad una mai arida pietraia calcarea, vanno aggiunte le eccezionali conformazioni carsiche visibili lungo il percorso che si intraprende dal Rifugio Panormo verso la vetta e gli affacci che si aprono sulle vallate circostanti.
Ma uno degli scopi principali di questa nostra seconda ricognizione, effettuata durante la mattinata del 13 agosto 2017, con condizioni atmosferiche non proprio classiche del periodo estivo in quanto caratterizzate da vento teso da Est con presenza di stau in quota nelle prime ore della mattinata e una temperatura di 12,5°C rilevata alle ore 08.30 ai 1328 mt. slm. del Rifugio Panormo situato in località Campo Farina nel Comune di Ottati, quale punto di partenza, è stato quello di visitare alcuni inghiottitoi in cui nel 2015 verificammo l’esistenza della “neve d’agosto”.
Come abbiamo rilevato nella ricognizione effettuata il 6 agosto del 2015, anche questa volta, nonostante l’importante periodo siccitoso ancora in corso e la straordinaria calura che ha toccato valori notevoli anche a quote particolarmente elevate, in due dei profondi inghiottitoi ispezionati, che si aprono a partire da una quota di circa 1500 mt. slm., di cui solo in uno è stato possibile discendere sul fondale, abbiamo riscontrato la presenza di una spessa coltre nevosa ghiacciata per lo più presente in anfratti maggiormente riparati.
In particolare, nell’inghiottitoio visitato, lo stesso già ispezionato il 6 agosto del 2015, nello stretto anfratto che si apre a sinistra del suo fondale, sotto ad uno strato di fogliame e detriti, abbiamo rilevato la persistenza di una lingua di neve ghiacciata il cui spessore è stato valutato di circa 2 metri nella sua parte più profonda poggiante su un evidente strato di humus. La rilevazione effettuata, comparata ai rilievi fotografici e metrici effettuati nel 2015 sempre nella stessa cavità carsica, risulta manchevole di uno spessore di coltre nevosa stimabile intorno ai 4 metri nella parte più addentrata dell’anfratto dove, nel 2015, era evidente la parte più alta del picco nevoso.
Il secondo “imbuto carsico” che presenta più cavità profonde, ispezionato solo dalla sua parte superficiale in quanto non presenta vie di accesso sicure se non, secondo il nostro parere, con l’ausilio di personale speleologico, presentava sul fondale visibile di uno delle sue cavità delle evidenti persistenze nevose, dello spessore non quantificato, riparate in anfratti piuttosto angusti e poco illuminati.
Continuando la nostra ispezione delle cavità carsiche presenti lungo il percorso che conduce alla vetta, a contrario del 2015, non è stata rilevata nessuna altra presenza nevosa nelle altre cavità ispezionate.
Arrivati 1741 metri della quota del Monte Panormo, alle ore 11.30, abbiamo registrato con l’utilizzo di un termometro a mercurio un dato termico di tutto rispetto di soli 9° con presenza di vento da Est e con copertura nuvolosa continuamente variabile.
I Monti Alburni anche in questa occasione ci danno conferma della loro particolarità geologica, riservandoci la conferma di un luogo che conserva caratteristiche naturali che necessitano di più ampie attenzioni scientifiche. Tuttavia possiamo asserire con certezza che il Massiccio offre alla Campania una testimonianza palese dell’esistenza sul territorio regionale di glacionevati dalle caratteristiche supponibili perenni.
Vincenzo Marasco
http://www.campanialive.it/escursioni.a ... te_la_neve.
Ma uno degli scopi principali di questa nostra seconda ricognizione, effettuata durante la mattinata del 13 agosto 2017, con condizioni atmosferiche non proprio classiche del periodo estivo in quanto caratterizzate da vento teso da Est con presenza di stau in quota nelle prime ore della mattinata e una temperatura di 12,5°C rilevata alle ore 08.30 ai 1328 mt. slm. del Rifugio Panormo situato in località Campo Farina nel Comune di Ottati, quale punto di partenza, è stato quello di visitare alcuni inghiottitoi in cui nel 2015 verificammo l’esistenza della “neve d’agosto”.
Come abbiamo rilevato nella ricognizione effettuata il 6 agosto del 2015, anche questa volta, nonostante l’importante periodo siccitoso ancora in corso e la straordinaria calura che ha toccato valori notevoli anche a quote particolarmente elevate, in due dei profondi inghiottitoi ispezionati, che si aprono a partire da una quota di circa 1500 mt. slm., di cui solo in uno è stato possibile discendere sul fondale, abbiamo riscontrato la presenza di una spessa coltre nevosa ghiacciata per lo più presente in anfratti maggiormente riparati.
In particolare, nell’inghiottitoio visitato, lo stesso già ispezionato il 6 agosto del 2015, nello stretto anfratto che si apre a sinistra del suo fondale, sotto ad uno strato di fogliame e detriti, abbiamo rilevato la persistenza di una lingua di neve ghiacciata il cui spessore è stato valutato di circa 2 metri nella sua parte più profonda poggiante su un evidente strato di humus. La rilevazione effettuata, comparata ai rilievi fotografici e metrici effettuati nel 2015 sempre nella stessa cavità carsica, risulta manchevole di uno spessore di coltre nevosa stimabile intorno ai 4 metri nella parte più addentrata dell’anfratto dove, nel 2015, era evidente la parte più alta del picco nevoso.
Il secondo “imbuto carsico” che presenta più cavità profonde, ispezionato solo dalla sua parte superficiale in quanto non presenta vie di accesso sicure se non, secondo il nostro parere, con l’ausilio di personale speleologico, presentava sul fondale visibile di uno delle sue cavità delle evidenti persistenze nevose, dello spessore non quantificato, riparate in anfratti piuttosto angusti e poco illuminati.
Continuando la nostra ispezione delle cavità carsiche presenti lungo il percorso che conduce alla vetta, a contrario del 2015, non è stata rilevata nessuna altra presenza nevosa nelle altre cavità ispezionate.
Arrivati 1741 metri della quota del Monte Panormo, alle ore 11.30, abbiamo registrato con l’utilizzo di un termometro a mercurio un dato termico di tutto rispetto di soli 9° con presenza di vento da Est e con copertura nuvolosa continuamente variabile.
I Monti Alburni anche in questa occasione ci danno conferma della loro particolarità geologica, riservandoci la conferma di un luogo che conserva caratteristiche naturali che necessitano di più ampie attenzioni scientifiche. Tuttavia possiamo asserire con certezza che il Massiccio offre alla Campania una testimonianza palese dell’esistenza sul territorio regionale di glacionevati dalle caratteristiche supponibili perenni.
Vincenzo Marasco
http://www.campanialive.it/escursioni.a ... te_la_neve.