Febbraio 1956
Sandro guarda la neve cadere.
E' tanta, e si deposita su tutto.
A Laveno Mombello non è un evento raro.Ma lui non lo sa.
Od almeno,non lo sa ancora.Ha solo cinque mesi.
Come in un sogno,Sandro vede ad un migliaio di chilometri di distanza
che anche nel Sannio guardano la neve cadere.
E' tanta e si deposita dappertutto,sulla "rutine" primordiale
che incorpora,fossilizzati,rametti,insetti,foglie del tempo che fu.
Mentre lui,al Nord, paffuto freddofilo, si fa le prime discese sulla slitta della vita.
Le Fiat Cinquecento gialle che passano nella via principale, lo fanno con grossa difficoltà,
lasciando due strisce sulla strada.
La campagna sannita è immacolata l'aria è piena delle bestemmie dei contadini che sanno di avere poco foraggio nelle stalle.
Le "rutine" che contraddistinguono la piana Telesina, di origine glaciale ,
adagiata fra il massiccio del Taburno e quello del Matese,nella provincia di Benevento, ormai non le vedi più.
Continua a nevicare.
Sandro è fortunato, e lo sa.
Non viene da una famiglia benestante, ma l'armonia che regna nella sua famiglia compensa anche questo ed un tazza di latte di mucca,
una fetta di pane di segale ed un cucchiaio di miele d'acacia prealpina,sul suo desco non mancano mai.
Non ha nemmeno la televisione, un lusso che pochi possono permettersi.
Tuttavia lo spettacolo che gli si offrirà nella sua infanzia,fatto di neve e di neve,
di partite a pallone con fratelli ed amici,non gli impedirà di andare anche lui via, a cercare l'amore altrove..
Gli piacerebbe suonare e cantare, lui che non è intonato.
Nevica, continua a nevicare, mentre questi pensieri gli si affollano nella testa di giullare in fasce.
Il biancore ormai è acceso, e ricopre tutto, strade, palazzi, abeti, giardini,morene,
e il suo lago maggiore ,felice anche lui del candido mantello.
L'odore nell'aria non è più quello delle pioggia natie di settembre,
è quello della neve, un odore che non immaginava,immaginario eppure reale.
Tocca la neve mentre scende la ripa slittando, morbida e soffice. Cerca di berne un pò,
l'acqua che viene fuori dalla neve al gusto è ottima. Nell'aria non vi è alcun suono, è tutto ovattato.
Le sue anche affondano nel manto candido e non gli lasciano presagire nulla di quello che gli sarebbe capitato.
"Chissà", si chiede, "se al mondo vi siano altri pazzi come me che amano i fenomeni atmosferici". Chissà.
Lo scoprirà decenni dopo, grazie a Internet.
Pochi mesi dopo,arriva la Pasqua più bella della sua vita,quella del ’56.
Per le strade polverose e bianche del ’56,un Leoncino Fiat 615 avanzava fiero
fra i cumuli di neve rimasti dal grande freddo di febbraio.
La Pasqua capitava quell’anno il primo di aprile.
Già questo può far capire la confusione di quella domenica mattina.
Sandro non riusciva a capire,
(certo non parlava ancora,se non poche parole…..mamma….ho fame…..voglio colomba…..uova ……uova…..)
ma già capiva che qualcosa non quadrava.
Nessuno riusciva a capire se fosse veramente Pasqua,o se fosse il solito pesce d’aprile.
Il suo papà era buono,buonissimo,come il pane praticamente.
La mamma era solo buona,aveva un bel sapore di latte zuccherino,
e dopo averlo partorito di quasi sei chili,dopo sette mesi lo ingrandiva ancora con frequenti poppate al seno.
Ma Sandro mirava più in alto,ad una dieta più solida,alle uova di cioccolato della Ferrero
che aveva visto dal panettiere di Mombello,a quello strano dolce mandorlato del forno vicino a casa,
a forma di gallina.(solo l’anno dopo,quando avrà imparato a parlare bene,saprà che era colomba…)
a quell’arrosto di cappone,che profumava di burro e rosmarino la grande cucina lombarda.
A quel tempo Sandro era ancora figlio unico,aveva tutti i nonni possibili ed immaginabili a sua disposizione,
ed in particolare portava il nome del suo nonno Barbisun,un omone alto e con un paio di baffoni bianchi.
Fu proprio lui,al ritorno dalla stalla,(anche se era domenica,e perdippiù di Pasqua,
le vacche non lo lasciavano in pace dalle quattro del mattino…)
che si fece commuovere dagli strepiti di Sandro e cominciò lo svezzamento dell’unico nipote.
Il Leoncino Fiat 615 si fermò fuori della fattoria patriarcale dove vivevano Sandro e la sua famiglia.
Anche per lo zio Angelo quella Pasqua era stata di lavoro fino a mezzogiorno,ma poi,con la moglie ed i due figli
aveva deciso di scendere a Mombello per fare la Pasqua con i parenti.
Non erano grandi, Ferruccio e Anna,ma abbastanza per mettersi attorno al cuginetto e coccolarlo per tutto il giorno.
E’ bello sentirsi Re a sette mesi,e Sandro quel giorno si sentì,forse per la prima ed ultima volta,un Re.
Nemmeno le tre sorelle del suo papà avevano ancora figli,arriveranno negli anni successivi,e tutti, quel giorno, erano dedicati al Sandrino.
(Il suo vero nome,anche oggi che ha superato di un bel po’ i cento chili,le zie paterne lo chiamano sempre Sandrino…)
Non gli parve vero iniziare a succhiare un po’ di cioccolata,
sciogliere in bocca le prime briciole di colomba,
sentire il sapore di un pezzetto di coscia del miglior cappone della fattoria.
Sensazioni ed emozioni che avrebbe sentito liberamente per tanti anni ancora,
ma che non sapranno mai più dargli la gioia della prima volta,come in quel giorno d’aprile.
I contadini avevano appena vissuto quello che sarebbe stato l’inverno più freddo mai visto nella loro vita,
e solo grazie alla loro prudenza,avevano potuto superarlo.
Il nonno Barbisun e lo zio Angelo erano contadini e boscaioli,ed erano abituati
ad affrontare gli inverni gelidi degli anni cinquanta,con una buona scorta di mangiatorie per loro e le loro bestie.
Ma quell’anno tante certezze vennero messe a dura prova,e nonostante ciò,loro parlavano del generale Inverno con grande rispetto,
sapendo quanto bene poteva fare alle loro terre.
Mai avrebbero voluto un inverno come quello del duemilasette,
con le gemme spuntate in anticipo,mosche e zanzare libere di scacazzare su tutto
e con il rischio di vedere una primavera fredda e gelata.
Radio Monteceneri,che nella famiglia di Sandro era tenuta in gran conto,
per via del fatto che era della Svizzera Italiana e non era imbavagliata dalla Democrazia Cristiana di quel tempo,
aveva descritto gli scenari apocalittici del Sud Italia,dove le vacche erano rimaste senza fieno nelle stalle.
Giù erano abituati a climi ben diversi,con il foraggio disponibile in campo aperto tutto l’anno,
e non si dannavano più di tanto a riempire cascine e granai.
I ragazzini lombardi se ne erano scialati a più non posso,
scivolando e slittando a soddisfazione fra le barche di lago imprigionate dal ghiaccio.
Non sarebbe mai più successo,ed i Calabroni si gelarono nelle loro tane oscure,
faticando non poco negli anni successivi a perpetuare la loro velenosa specie.
Fu in quei giorni che Sandro diventò un appassionato di meteorologia.
Febbraio 1956....Racconto poetico di Sandro Forlani
- sandro
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Re: Febbraio 1956
Il mio è solo un
di commozione
Grazie di esistere




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Voglio anch'io le canne albanesi....voglio vedere quello che nessuno ha visto mai
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Re: Febbraio 1956
Buon Natale Sandro, ora che il panettone e il pandoro sono divenuti non piu un lusso e che si mangiano gia a fine ottobre e che abitiamo in case riscaldate non piu da un braciere o al massimo da una piccola stufa elettrica e che possiamo bere lo spumante tutto l'anno e che il cenone non e' piu una cosa anelata e disponibile solo nelle due feste principali e... basta cosi'., la passione meteo nasce con gli appassionati e muore con essi anche se saranno sempre alla ricerca di qualcosa di piu che il loro territorio magari non gli potra' mai dare...
Mia mamma era incinta di me durante l'alluvione del 1954, me la sono scampata ma lei e mio padre quanta paura...N La neve del 1956 l'ho vista anche io seppur a sette otto mesi ma ero tra le braccia di mia madre a riscaldarmi e loro a morire di freddo senza neanche una fonte di calore che non fosse il pagliericcio e qualche coperta militare residuo dell'occupazione...
Un abbraccio a te che mi potrai capire meglio ma anche a tutti gli altri
Mia mamma era incinta di me durante l'alluvione del 1954, me la sono scampata ma lei e mio padre quanta paura...N La neve del 1956 l'ho vista anche io seppur a sette otto mesi ma ero tra le braccia di mia madre a riscaldarmi e loro a morire di freddo senza neanche una fonte di calore che non fosse il pagliericcio e qualche coperta militare residuo dell'occupazione...
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Re: Febbraio 1956
E' bello quando vedi che le tue emozioni suscitano emozioni negli altri...
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Re: Febbraio 1956
Racconto stupendo come sempre... voi più anzianotti avete vissuto gli strascichi della povertà dovuta alla guerra e nei vostri racconti mi pare di sentire un pò anche quelli che mio padre da piccolo mi faceva quando mi lamentavo del piatto che mi si presentava davanti, a tavola...lui che la fame l'ha patita in parte, mi invitava sempre a mangiare tutto...
La passione per la meteorologià è innata, non la si acquisice per caso, se ti "infetta" è un virus che ti prende in pieno, se non ti senti infettato per bene allora non sei un vero appassionato ma solo un lontano parente...
Su questo forum l'epidemia è decisamente in atto

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Iceman
Ricomincio da tre
Il freddo unisce il caldo separa...
Ridatemi il febbraio del 1956 ... 2018 c'eravamo quasi...
La neve è neve...la grandine è grandine
Datemi canna albanese vorrei vedere Napoli sepolta dalla neve più che in una città svedese
31/10/19 to 29/11/19 record di 30 gg. di pioggia
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Re: Febbraio 1956
bellissimo racconto Sandro .. altro che i tempi di oggi dove non esistono piu' i valori ..
NUTRO PROFONDA STIMA VERSO L'UOMO GIGI D'AGOSTINO: UNA STIMA CHE VA' AL DI LA' DEL SUO PERCORSO MUSICALE, MA CHE NASCE DALL'UMILTA', SENSIBILITA' , DOLCEZZA CON CUI IL D'AGOSTINO PITTURA LE SUE EMOZIONI MUSICALI E CHE RENDE REALI LE MIE SENSAZIONI
- sandro
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Re: Febbraio 1956
verdeirpinia ha scritto:bellissimo racconto Sandro .. altro che i tempi di oggi dove non esistono piu' i valori ..
Non sono d'accordo...
Voi giovani appassionati di meteo siete un esempio concreto di sensibilità...
E poi ce ne sono tanti altri,altrettanto esemplari...
A volte sono mitizzati giovani senza valori....
Secondo me sono sono una minoranza,anche se ci fanno credere che sia un'ampia minoranza...
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Re: Febbraio 1956


quoto anche quanto detto da Sandro nell'ultimo post..
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http://www.campanialive.it/dati-meteo.a ... notorrione
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Re: Febbraio 1956....Racconto poetico di Sandro Forlani
quoto pip
grazie di esistere e di essere in questo forum Sandro

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