nevicata vesuvio di un secolo fa
Inviato: domenica 15 settembre 2019, 13:45
ecco il copia e incolla tratto da un periodo di un "bollettino della società naturalisti in Napoli" di cui pubblico il link .
in breve parlando di fenomeni vulcanici sul vesuvio menziona ingentissimi quantitativi di neve sul vulcano nel periodo natalizio del 1917.
https://archive.org/stream/bollettinode ... i_djvu.txt
( non è da escludere che lungo la cronistoria dei fenomeni vulcanici che il bollettino va a descrivere ci siano altri interessanti riferimenti meteorologici , ma ci vuole tempo e pazienza a leggere tutto )
ecco il frammento di testo interessante :
"Il dicembre 1917 può chiamarsi il mese dei Capelli di Pele.
Questi graziosi prodotti filiformi dell'attività vulcanica, attestanti
la grande liquidità del magma e che raccolsi molte volte al Ve-
suvio, durante il dicembre piovvero quasi quotidianamente
nell'interno e all'esterno del cratere, e giunsero qualche volta fino
all'Osservatorio. Il giorno di Natale furono più copiosi del soli-
to: cadendo sulla neve del giorno precedente e sprofondandovisi
per effetto di radiazione solare, tagliuzzavano i campi di neve delle
pendici del Gran Cono in migliaia e migliaia di poligoni mol-
to irregolari, mediante solchi finissimi e profondi qualche cen-
timetro. Cercando in fondo ai solchi di fusione, non sempre era
possibile scoprire il capello di lava, talvolta pii!i esile di un filo
di ragno.
— 161 —
La sera del 26, alle ore 20 e mezza, grandi chiarori , così
brillanti che rischiaravano le stanze dell'Osservatorio con rossi
bagliori d'incendio, annunziarono nuovi ed importanti efflussi
intercraterici, in coincidenza con la straordinaria depressione ba-
rometrica di quel giorno. Dall'orlo del cratere (raggiunto la sera
stessa tra pioggia, nevischio e vento fortissimo), fu possibile ve-
dere per pochi istanti tre torrenti di lava fluenti dalla base
del conetto, con altissime proiezioni di materiale incandescente,
che si succedevano fra intensi e svariati rumori. Il frastuono di
origine vulcanica, misto ai sibilare del vento, era così forte, che
non si sentiva la propria voce.
Perdurando il maltempo per molti giorni (con neve , che
sulla vetta del Vesuvio raggiunse l'altezza di un metro), non fu
possibile esaminare la topografia di questi efflussi fino al 5 gen-
naio del 1918. "
in breve parlando di fenomeni vulcanici sul vesuvio menziona ingentissimi quantitativi di neve sul vulcano nel periodo natalizio del 1917.
https://archive.org/stream/bollettinode ... i_djvu.txt
( non è da escludere che lungo la cronistoria dei fenomeni vulcanici che il bollettino va a descrivere ci siano altri interessanti riferimenti meteorologici , ma ci vuole tempo e pazienza a leggere tutto )
ecco il frammento di testo interessante :
"Il dicembre 1917 può chiamarsi il mese dei Capelli di Pele.
Questi graziosi prodotti filiformi dell'attività vulcanica, attestanti
la grande liquidità del magma e che raccolsi molte volte al Ve-
suvio, durante il dicembre piovvero quasi quotidianamente
nell'interno e all'esterno del cratere, e giunsero qualche volta fino
all'Osservatorio. Il giorno di Natale furono più copiosi del soli-
to: cadendo sulla neve del giorno precedente e sprofondandovisi
per effetto di radiazione solare, tagliuzzavano i campi di neve delle
pendici del Gran Cono in migliaia e migliaia di poligoni mol-
to irregolari, mediante solchi finissimi e profondi qualche cen-
timetro. Cercando in fondo ai solchi di fusione, non sempre era
possibile scoprire il capello di lava, talvolta pii!i esile di un filo
di ragno.
— 161 —
La sera del 26, alle ore 20 e mezza, grandi chiarori , così
brillanti che rischiaravano le stanze dell'Osservatorio con rossi
bagliori d'incendio, annunziarono nuovi ed importanti efflussi
intercraterici, in coincidenza con la straordinaria depressione ba-
rometrica di quel giorno. Dall'orlo del cratere (raggiunto la sera
stessa tra pioggia, nevischio e vento fortissimo), fu possibile ve-
dere per pochi istanti tre torrenti di lava fluenti dalla base
del conetto, con altissime proiezioni di materiale incandescente,
che si succedevano fra intensi e svariati rumori. Il frastuono di
origine vulcanica, misto ai sibilare del vento, era così forte, che
non si sentiva la propria voce.
Perdurando il maltempo per molti giorni (con neve , che
sulla vetta del Vesuvio raggiunse l'altezza di un metro), non fu
possibile esaminare la topografia di questi efflussi fino al 5 gen-
naio del 1918. "