Mi presento,anche se in colpevole ritardo...
Inviato: sabato 4 aprile 2009, 22:04
Presentarsi in un ambiente nuovo non è mai facile,anche se tramite una tastiera
Sembrerebbe più facile,si corre il rischio di dare un’immagine falsa.
Ho cinquantatreanni,ma ne dimostro tredici.
Questo non mi ha impedito di sposarmi a ventidue,di emigrare al Sud e di battezzare quattro figli,tutti di quella santa donna di mia moglie.
La prima,Sara,è psicologa e vive a Roma.Ha trent’anni.
Spende più in affitto di quello che guadagna.
La seconda,Marta,è laureata in Belle Arti e di professione insegna qualche ora alla settimana.
Spende più in benzina di quello che guadagna
Ha ventinove anni e si sposerà (speriamo) quest’ anno.
Il terzo è Pino,venticinqueanni anni,Tenente dell’Esercito,vive a Torino dove sta completando l’Accademia.
Il quarto,Simone,venti anni,sta affrontando la trafila comune a molti ragazzi di oggi,studiando Economia e Commercio e tentando tutti i concorsi che pubblica la Gazzetta Ufficiale.
Mia moglie ha qualche mese più di me,insegna,ed ha passato la vita a tentare di farmi crescere.
Con risultati deludenti,ma questo è già sotto gli occhi di tutti.
La Sacra Rota le ha negato qualche anno fa l’annullamento del matrimonio,
e da allora
Finge di sopportarmi.
Al mattino mi alzo presto e scrivo.
Il che irrita molti,ma non basta a farmi smettere.
Ho pensato si di scrivere un libro,ma ogni volta che mi rileggo penso che sia una cattiva idea.
Ho trovato su internet un sito dove con 109 euro ti stampano 22 copie in formato tascabile con copertina morbida.
Dato che il numero di miei lettori è sotto ai ventidue,mettendo da parte un euro al giorno,fra tre mesi circa,potrò regalarne una copia a tutti gli iscritti di questo neonato sito,e poi smetterò di scrivere..
Scherzo,scriverò fin che mi leggerete.
Così come è sempre stato fin dalla notte dei tempi.
.”raccontarsi scavando in profondo fra le radici e gli affetti che ci hanno plasmato.”
Trasmettere emozioni è il primo successo di uno scritto.
Io sono un dilettante autodidatta come altri migliaia di scribacchini,ma fa piacere emozionare.
A questo proposito……..
La nebbia intorno a me.
Fino ai quarantotto anni sono stato un ragazzo normale.Avevo una vita normale ed una famiglia normale.
Le domeniche d’estate andavo a funghi e camminavo per questo delle ore.
Se i miei figli mi chiedevano di organizzare una partita a calcetto mista genitori-figli,io ero sempre pronto.
Andavamo dal Michele,che si è costruito un campo di calcetto in terra battuta,
e ci strafacevamo,almeno noi genitori,di acido lattico,fino alla resa totale.
La scusa era sempre che “loro” erano troppo forti,e che sul trentaquattro a cinque la partita poteva finire,
e che era ora di tornare a casa.
Poi una bella domenica di marzo,troppo bella per poter migliorare,
mia moglie mi chiese di fare una passeggiata a piedi per Telese.
Erano le quindici,la Juve giocava in posticipo alle venti e trenta,
e niente mi avrebbe impedito di tornare a casa per vederla battere l’inter.
E difatti,da quel momento,la domenica peggiorò !
Dopo circa un’oretta di camminata leggera e piacevole,non senza aver incrociato lo sguardo
di qualche amico in macchina che si chiedeva come mai non fossi davanti a Sky,
improvvisamente scese una nebbiolina inquietante,anche se invisibile agli altri, sulla mia vita :
la necessità di fermarmi,per un dolore sconosciuto alle gambe.
Mia moglie,un po’ spaventata per il cattivo presagio che affiorava dalla lamentela insolita,
mi indicò una panchina verde ad una decina di metri.
Dieci metri erano tanti,ma ci arrivammo.
Mi ricordo d’essermi fermato una mezzora a chiedermi che cosa mi stesse succedendo,
pensavo a qualcosa legato alla circolazione,al cuore,allo stress.
Il mio medico mi consigliò tre giorni di ricovero in clinica per un tagliando di controllo alla mia macchina,
che secondo lei stava lavorando troppo.
In una breve anamnesi trovò la certezza che in me ci fosse il rischio reale di seguire le orme di mio padre,
mi grattai di nascosto e non credo che se ne accorse,tanto era infervorata nella sua tesi.
Anche nel trovarmi la pressione minima alta vide una scontata analogia tra la mia situazione di salute
e la prematura scomparsa di mio padre per infarto.
Si adoperò stoicamente al telefono per intercedere con una sua amica caposala,
affinché mi ricoverasse subito,per l’urgenza della mia situazione.
Anche se vedevo la nebbiolina del giorno prima ispessirsi sempre di più intorno a me,
il mio istinto,legato al mio desiderio di sopravvivenza,cominciava a pensare che si,
tutto vero,era ora che cominciassi a tirare un po’ i remi in barca nel lavoro,
ma che quello che mi era successo il giorno prima doveva essere qualcosa legato alle gambe e che ,
così come era scesa,la nebbia si sarebbe diradata in poco tempo.
Non ci crederete,ma dopo tre giorni di ricovero,passati a chiedere di essere visto da un ortopedico,
sono stato sottoposto ad un controllo accuratissimo di cuore,polmoni,fegato,reni,sangue,
urine,diabete,circolazione centrale e periferica,stomaco,
e,udite,udite radiografie,
ma sono stato dimesso senza particolari allarmi,senza una visita ortopedica ,
se non con la prescrizione di una pillola per la pressione,una cardioaspirina a scopo cautelativo,
la prescrizione di dimagrire e quella di ripresentarsi un anno dopo per una nuova prova della glicemia,
perché,incredibilmente,era uscita regolare,ed a loro non pareva vero.
Naturalmente,non mi sono arreso,e qualche giorno dopo sono andato privatamente da un ortopedico,
che mi ha fatto ripetere immediatamente le radiografie,questa volta sotto carico ed alle anche,
da dove è sbucata,come un fantasma nero nella nebbia,la parolina coxoartrosi.
Che è,che non è,prima di tornare con le lastre dall’ortopedico,
internet mi rispondeva : artrosi delle anche.
L’ortopedico mi garantiva che alla mia età,se fossi dimagrito venti chili,
avrei rinviato le mie operazioni di protesi di una decina di anni.
Glielo diceva la sua esperienza.
Purtroppo insufficiente.
Difatti da quel giorno la bustina di aulin che mi concedeva una tantum nei giorni meteorologicamente avversi
cominciava a diventare abitudine quotidiana.
Naturalmente abitudine inutile e costosa,perché il mio medico si rifiutava di prescrivermela,
essendo in contrasto con la cardioaspirina che prendevo a scopo preventivo per una cardiopatia potenziale,
che alle successive visite di altri cardiologi si rivelava eccessiva.
Ma tant’è,i medici sono loro,io al massimo sono un meccanico
che ripara elettrodomestici ed,a volte,i ricordi.
Cosa che sto facendo in questo momento,dopo due protesi alle anche,
una quindicina di chili in meno e qualche quintale di antinfiammatori assunti per le vie più disparate.
Nel frattempo anche i medici legali dell’INPS riconoscevano alla seconda visita,
la prima non era una visita ortopedica ma generale,che la mia situazione era invalidante,
almeno per due anni, che sono quasi passati,
e mi invitavano fraternamente ad operarmi il più presto possibile.
Ricordo benissimo,oltre alla gratitudine per avermi concesso un discreto assegno mensile,
legato ai miei trentaquattro anni di contributi,un brivido nella schiena,
quando uno di loro mi raccomandò di rivestirmi lentamente,perché, a suo dire,
e non c’è ancor oggi motivo di dubitarne,mi sarei potuto bloccare.
Realizzai immediatamente che la situazione era grave,
e cominciai il classico giro di ortopedici più o meno onesti,
più o meno disinteressati,fino ad arrivare a quello che considero il mio salvatore.
Ne ho già fatto il nome in altre occasioni,ma lo ripeto : il professor Claudio Iundusi,
primario della sesta divisione ortopedica dell’ICOT di Latina.
Mi ha convinto a dimagrire,mi ha operato alle due anche con protesi al titanio non cementate
a distanza di sette mesi una dall’altra,mi ha permesso di tornare a vivere,
con ampie speranze di tornare,anche se non più ragazzo come due anni fa,normale.
Certo,è facile adesso,riparando i ricordi di due anni d’inferno,
dimenticare lo stato pietoso in cui mi sono trovato,
ma queste parole devono servire a chi ancora non è uscito dal tunnel dell’invalidità,
perché possa vedere la luce,perché possa sapere che una rinascita è possibile.
Ci sono amici ed amiche che faranno più fatica di me a riparare i loro ricordi,
perché il loro calvario è durato diversi anni,a volte una vita intera,
magari perché sono passati attraverso errori gravissimi commessi su di loro,
ma con la forza di volontà,con il fatalismo di chi sa di essere nei guai,
con l’aiuto anche ultraterreno e con un po’ di fortuna,
ne sono usciti comunque o ne stanno uscendo.
Durante questi due anni non ho mai perso la speranza,non mi sono mai abbattuto,
anche (sempre queste anche…) se mi rendevo conto che stavo soffrendo e con me soffrivano la mia famiglia,
i miei figli,mia moglie,i miei amici.
Ho sempre fatto lo spavaldo parlando delle operazioni che avrei dovuto fare,
anche se sotto sotto mi tremavano un po’ le gambe.
Ho sempre cercato di minimizzare,anche se vedevo riflessi negli occhi di chi parlava con me
una sincera e realistica preoccupazione.
Poi un giorno,per caso,mi sembra a pagina 67 e siamo ormai quasi a cento,
ho scoperto il forumsalute.
Già frequentavo due bellissimi forum meteo,la mia grande passione insieme alla fotografia,d
ove tanti amici mi hanno sempre incoraggiato e sopportato.
La mia esistenza con il forumsalute però è cambiata,perché ho scoperto tante belle persone con i miei stessi dubbi,
a volte con qualche paura in più od in meno,ma sempre con le normali paure,
sane paure che ti sottraggono all’incoscienza e ti fanno scegliere per il meglio.
E’ stata come una iniezione di un antidolorifico nuovo,
che non scade i suoi effetti nel tempo come gli antidolorifici che conoscevo.
Un’iniezione di fiducia sparata direttamente nel cervello,che ti anima dal di dentro con la voglia di
descrivere tutto quello che provi, per aiutare e per farti aiutare.
Anche adesso, che ogni giorno sembra essere per me migliore del precedente,
mi sento di dover molto ai quattro forum che frequento ed ai suoi forumisti,ai nuovi come ai vecchi.
Queste righe sono si un incoraggiamento ai prossimi operandi,
a chi soffre per una qualunque malattia,ma sono soprattutto,
un ringraziamento per quello che sono stati per me il forumsalute,********** e meteogse passione meteo.
Qualche mese fa,non avrei mai immaginato che potesse essere
così bello ed importante far parte di comunità virtuali.
Ora lo so.
Ed è anche per questo che non mi sto più avvilendo per una mancata irruzione fredda,
per un po’ di scirocco di troppo,mi basta che la nebbia di qualche anno fa si stia dissolvendo intorno a me,
facendomi vedere una bella carta con su scritto :
L'importante è la salute !
Sembrerebbe più facile,si corre il rischio di dare un’immagine falsa.
Ho cinquantatreanni,ma ne dimostro tredici.
Questo non mi ha impedito di sposarmi a ventidue,di emigrare al Sud e di battezzare quattro figli,tutti di quella santa donna di mia moglie.
La prima,Sara,è psicologa e vive a Roma.Ha trent’anni.
Spende più in affitto di quello che guadagna.
La seconda,Marta,è laureata in Belle Arti e di professione insegna qualche ora alla settimana.
Spende più in benzina di quello che guadagna
Ha ventinove anni e si sposerà (speriamo) quest’ anno.
Il terzo è Pino,venticinqueanni anni,Tenente dell’Esercito,vive a Torino dove sta completando l’Accademia.
Il quarto,Simone,venti anni,sta affrontando la trafila comune a molti ragazzi di oggi,studiando Economia e Commercio e tentando tutti i concorsi che pubblica la Gazzetta Ufficiale.
Mia moglie ha qualche mese più di me,insegna,ed ha passato la vita a tentare di farmi crescere.
Con risultati deludenti,ma questo è già sotto gli occhi di tutti.
La Sacra Rota le ha negato qualche anno fa l’annullamento del matrimonio,
e da allora
Finge di sopportarmi.
Al mattino mi alzo presto e scrivo.
Il che irrita molti,ma non basta a farmi smettere.
Ho pensato si di scrivere un libro,ma ogni volta che mi rileggo penso che sia una cattiva idea.
Ho trovato su internet un sito dove con 109 euro ti stampano 22 copie in formato tascabile con copertina morbida.
Dato che il numero di miei lettori è sotto ai ventidue,mettendo da parte un euro al giorno,fra tre mesi circa,potrò regalarne una copia a tutti gli iscritti di questo neonato sito,e poi smetterò di scrivere..
Scherzo,scriverò fin che mi leggerete.
Così come è sempre stato fin dalla notte dei tempi.
.”raccontarsi scavando in profondo fra le radici e gli affetti che ci hanno plasmato.”
Trasmettere emozioni è il primo successo di uno scritto.
Io sono un dilettante autodidatta come altri migliaia di scribacchini,ma fa piacere emozionare.
A questo proposito……..
La nebbia intorno a me.
Fino ai quarantotto anni sono stato un ragazzo normale.Avevo una vita normale ed una famiglia normale.
Le domeniche d’estate andavo a funghi e camminavo per questo delle ore.
Se i miei figli mi chiedevano di organizzare una partita a calcetto mista genitori-figli,io ero sempre pronto.
Andavamo dal Michele,che si è costruito un campo di calcetto in terra battuta,
e ci strafacevamo,almeno noi genitori,di acido lattico,fino alla resa totale.
La scusa era sempre che “loro” erano troppo forti,e che sul trentaquattro a cinque la partita poteva finire,
e che era ora di tornare a casa.
Poi una bella domenica di marzo,troppo bella per poter migliorare,
mia moglie mi chiese di fare una passeggiata a piedi per Telese.
Erano le quindici,la Juve giocava in posticipo alle venti e trenta,
e niente mi avrebbe impedito di tornare a casa per vederla battere l’inter.
E difatti,da quel momento,la domenica peggiorò !
Dopo circa un’oretta di camminata leggera e piacevole,non senza aver incrociato lo sguardo
di qualche amico in macchina che si chiedeva come mai non fossi davanti a Sky,
improvvisamente scese una nebbiolina inquietante,anche se invisibile agli altri, sulla mia vita :
la necessità di fermarmi,per un dolore sconosciuto alle gambe.
Mia moglie,un po’ spaventata per il cattivo presagio che affiorava dalla lamentela insolita,
mi indicò una panchina verde ad una decina di metri.
Dieci metri erano tanti,ma ci arrivammo.
Mi ricordo d’essermi fermato una mezzora a chiedermi che cosa mi stesse succedendo,
pensavo a qualcosa legato alla circolazione,al cuore,allo stress.
Il mio medico mi consigliò tre giorni di ricovero in clinica per un tagliando di controllo alla mia macchina,
che secondo lei stava lavorando troppo.
In una breve anamnesi trovò la certezza che in me ci fosse il rischio reale di seguire le orme di mio padre,
mi grattai di nascosto e non credo che se ne accorse,tanto era infervorata nella sua tesi.
Anche nel trovarmi la pressione minima alta vide una scontata analogia tra la mia situazione di salute
e la prematura scomparsa di mio padre per infarto.
Si adoperò stoicamente al telefono per intercedere con una sua amica caposala,
affinché mi ricoverasse subito,per l’urgenza della mia situazione.
Anche se vedevo la nebbiolina del giorno prima ispessirsi sempre di più intorno a me,
il mio istinto,legato al mio desiderio di sopravvivenza,cominciava a pensare che si,
tutto vero,era ora che cominciassi a tirare un po’ i remi in barca nel lavoro,
ma che quello che mi era successo il giorno prima doveva essere qualcosa legato alle gambe e che ,
così come era scesa,la nebbia si sarebbe diradata in poco tempo.
Non ci crederete,ma dopo tre giorni di ricovero,passati a chiedere di essere visto da un ortopedico,
sono stato sottoposto ad un controllo accuratissimo di cuore,polmoni,fegato,reni,sangue,
urine,diabete,circolazione centrale e periferica,stomaco,
e,udite,udite radiografie,
ma sono stato dimesso senza particolari allarmi,senza una visita ortopedica ,
se non con la prescrizione di una pillola per la pressione,una cardioaspirina a scopo cautelativo,
la prescrizione di dimagrire e quella di ripresentarsi un anno dopo per una nuova prova della glicemia,
perché,incredibilmente,era uscita regolare,ed a loro non pareva vero.
Naturalmente,non mi sono arreso,e qualche giorno dopo sono andato privatamente da un ortopedico,
che mi ha fatto ripetere immediatamente le radiografie,questa volta sotto carico ed alle anche,
da dove è sbucata,come un fantasma nero nella nebbia,la parolina coxoartrosi.
Che è,che non è,prima di tornare con le lastre dall’ortopedico,
internet mi rispondeva : artrosi delle anche.
L’ortopedico mi garantiva che alla mia età,se fossi dimagrito venti chili,
avrei rinviato le mie operazioni di protesi di una decina di anni.
Glielo diceva la sua esperienza.
Purtroppo insufficiente.
Difatti da quel giorno la bustina di aulin che mi concedeva una tantum nei giorni meteorologicamente avversi
cominciava a diventare abitudine quotidiana.
Naturalmente abitudine inutile e costosa,perché il mio medico si rifiutava di prescrivermela,
essendo in contrasto con la cardioaspirina che prendevo a scopo preventivo per una cardiopatia potenziale,
che alle successive visite di altri cardiologi si rivelava eccessiva.
Ma tant’è,i medici sono loro,io al massimo sono un meccanico
che ripara elettrodomestici ed,a volte,i ricordi.
Cosa che sto facendo in questo momento,dopo due protesi alle anche,
una quindicina di chili in meno e qualche quintale di antinfiammatori assunti per le vie più disparate.
Nel frattempo anche i medici legali dell’INPS riconoscevano alla seconda visita,
la prima non era una visita ortopedica ma generale,che la mia situazione era invalidante,
almeno per due anni, che sono quasi passati,
e mi invitavano fraternamente ad operarmi il più presto possibile.
Ricordo benissimo,oltre alla gratitudine per avermi concesso un discreto assegno mensile,
legato ai miei trentaquattro anni di contributi,un brivido nella schiena,
quando uno di loro mi raccomandò di rivestirmi lentamente,perché, a suo dire,
e non c’è ancor oggi motivo di dubitarne,mi sarei potuto bloccare.
Realizzai immediatamente che la situazione era grave,
e cominciai il classico giro di ortopedici più o meno onesti,
più o meno disinteressati,fino ad arrivare a quello che considero il mio salvatore.
Ne ho già fatto il nome in altre occasioni,ma lo ripeto : il professor Claudio Iundusi,
primario della sesta divisione ortopedica dell’ICOT di Latina.
Mi ha convinto a dimagrire,mi ha operato alle due anche con protesi al titanio non cementate
a distanza di sette mesi una dall’altra,mi ha permesso di tornare a vivere,
con ampie speranze di tornare,anche se non più ragazzo come due anni fa,normale.
Certo,è facile adesso,riparando i ricordi di due anni d’inferno,
dimenticare lo stato pietoso in cui mi sono trovato,
ma queste parole devono servire a chi ancora non è uscito dal tunnel dell’invalidità,
perché possa vedere la luce,perché possa sapere che una rinascita è possibile.
Ci sono amici ed amiche che faranno più fatica di me a riparare i loro ricordi,
perché il loro calvario è durato diversi anni,a volte una vita intera,
magari perché sono passati attraverso errori gravissimi commessi su di loro,
ma con la forza di volontà,con il fatalismo di chi sa di essere nei guai,
con l’aiuto anche ultraterreno e con un po’ di fortuna,
ne sono usciti comunque o ne stanno uscendo.
Durante questi due anni non ho mai perso la speranza,non mi sono mai abbattuto,
anche (sempre queste anche…) se mi rendevo conto che stavo soffrendo e con me soffrivano la mia famiglia,
i miei figli,mia moglie,i miei amici.
Ho sempre fatto lo spavaldo parlando delle operazioni che avrei dovuto fare,
anche se sotto sotto mi tremavano un po’ le gambe.
Ho sempre cercato di minimizzare,anche se vedevo riflessi negli occhi di chi parlava con me
una sincera e realistica preoccupazione.
Poi un giorno,per caso,mi sembra a pagina 67 e siamo ormai quasi a cento,
ho scoperto il forumsalute.
Già frequentavo due bellissimi forum meteo,la mia grande passione insieme alla fotografia,d
ove tanti amici mi hanno sempre incoraggiato e sopportato.
La mia esistenza con il forumsalute però è cambiata,perché ho scoperto tante belle persone con i miei stessi dubbi,
a volte con qualche paura in più od in meno,ma sempre con le normali paure,
sane paure che ti sottraggono all’incoscienza e ti fanno scegliere per il meglio.
E’ stata come una iniezione di un antidolorifico nuovo,
che non scade i suoi effetti nel tempo come gli antidolorifici che conoscevo.
Un’iniezione di fiducia sparata direttamente nel cervello,che ti anima dal di dentro con la voglia di
descrivere tutto quello che provi, per aiutare e per farti aiutare.
Anche adesso, che ogni giorno sembra essere per me migliore del precedente,
mi sento di dover molto ai quattro forum che frequento ed ai suoi forumisti,ai nuovi come ai vecchi.
Queste righe sono si un incoraggiamento ai prossimi operandi,
a chi soffre per una qualunque malattia,ma sono soprattutto,
un ringraziamento per quello che sono stati per me il forumsalute,********** e meteogse passione meteo.
Qualche mese fa,non avrei mai immaginato che potesse essere
così bello ed importante far parte di comunità virtuali.
Ora lo so.
Ed è anche per questo che non mi sto più avvilendo per una mancata irruzione fredda,
per un po’ di scirocco di troppo,mi basta che la nebbia di qualche anno fa si stia dissolvendo intorno a me,
facendomi vedere una bella carta con su scritto :
L'importante è la salute !