Quando il Mediterraneo era un deserto

[Iceman]

Il Mediterraneo è un mare quasi chiuso con un’evaporazione che supera l’apporto delle precipitazioni e dei fiumi: è l’Oceano Atlantico a rifornire di acqua il Mediterraneo attraverso lo stretto di Gibilterra. Lo studio del fondo di questo mare ha rivelato la presenza di formazioni saline a forma di colonne di diversi chilometri di diametro, migliaia di metri di altezza e risalenti a circa sei milioni di anni fa, verso la fine del cosiddetto Miocene. Questo perché lo scontro fra l’Africa e l’Europa causò la chiusura dello stretto di Gibilterra, il progressivo prosciugamento delle acque, l’aumento della salinità e la scomparsa di ogni forma di vita: le isole del Mediterraneo si trasformarono in montagne e i fiumi, che un tempo defluivano tranquillamente, si tramutarono in corsi impetuosi con le acque risucchiate da salti di centinaia di metri. Il fondale marino prosciugato aprì agli animali una via di accesso al continente europeo; gli ippopotami, ad esempio, dall’Africa raggiunsero l’isola di Cipro. La creazione di un deserto al posto di un mare ebbe un impatto notevolissimo sul clima del mondo intero e le precipitazioni sull’Europa e sull’Africa registrarono un calo drammatico. Il clima più secco causò la sostituzione delle foreste dell’Europa centrale con la savana e con le palme che prosperarono nell’attuale Svizzera. Ma se dovesse richiudersi Gibilterra, non preoccupiamoci troppo: il Mediterraneo impiegherebbe circa mille anni per prosciugarsi del tutto!

Adriano Mazzarella

Responsabile Osservatorio Meteorologico

Università Federico II

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