Monte Miletto 2050 mt 13 mag 2021
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Monte Miletto 2050 mt 13 mag 2021
Insieme al nostro amico Burian e un'altro amico mio Lello, decidiamo di effettuare la nostra escursione infra settimanale sulla cima del Molise , il monte Miletto 2050 mt.
La giornata non è meteorologicamente parlando proprio il massimo per un'escursione ma tant'è anche in condizioni più difficili si vivono comunque emozioni uniche a risalr per pendii scoscesi e spesso innevati.
Dopo un paio di ore di auto per me e Lello e una per Burian ci ritroviamo sul pianoro di Campitello Matese dove pioviggina e tira un vento di ponente piuttosto freddo 5.4° al mio termo auto.
Ci vestiamo in tenuta invernale, e iniziamo la nostra camminata di avvicinamento al sentiero di partenza , sono le 10.30.
Lo scenario di partenza non promette granchè nubi basse si addensano sin sui 1600/1700 mt delle cime. Il pratone di campitello è di un verde brillante.
Al primo sentiero di salita giriamo verso sinistra sbagliando strada nel seguire una pista da sci innevata che ci costringe ad una inutile sfacchinata iniziale sul ripido pendio nevoso dal quale poi decidiamo di ridiscendere per riprendere la giusta via. Questo primo ripido pendio nevoso mette subito a dura prova i mie due compagni i quali si sono presentati con scarpe da trekking si ma estive quindi dotate di suole che fanno poca presa sulla neve. Queste difficoltà le sconteranno poi nel corso sia della salita che della discesa lungo il sentiero.
A quel punto costeggiando l'ultima sciovia sulla destra giungiamo all'imbocco del sentiero di risalita , che già sappiamo sarà lungo e faticoso in quanto aggira la montagna dal suo lato settentrionale.
Entriamo in faggeta e iniziamo la salita. Il sentiero non è molto segnato sia sulle rocce che sui fusti dei faggi. A tratti i tipici segnali bianchi e rossi sono visibili in altri assenti o quasi del tutto rovinati dalla mancata manutenzione degli stessi.
Usciti dal primo tratto di faggeta incontriamo una delle prime difficoltà di questo lungo sentiero che si presenterà a noi molto variegato e anche complesso. Ecco un lungo traverso da percorrere sulla neve obliqua quindi scivolosa posto sotto le rupi verticali della grotta delle Ciaole luogo dove nidificano cornacchie ma dove spesso cadono massi rotolanti poi a valle. Proprio io e Lello ne abbiamo notato uno rotolare giù durante la discesa al ritorno.
L'attraversamento di questo tratto presenta non poche difficoltà soprattutto a Lello dotato di scarpe con suola praticamente liscia per cui perde continuamente aderenza sulla neve.
Nella foto successiva proprio Lello ci scatta questa foto mentre io e Alberto ci avviciniamo al pendio nevoso. Personalmente nonostante gli scarponi da montagna con i quali ho effettuato l'escursione mi sono già dotato di un bastone in legno per migliorare la presa sul pendio che ci accingevamo a percorrere.
percorrendo il tratto innevato non potevamo non soffermarci ad ammirare gli alti costoni rocciosi che vengono giù dalla croce del Matese sui quali nidificano coppie di cornacchie e alla cui base la neve è presente in abbondanza essendo questo il versante settentrionale del massiccio.
piano piano percorriamo il pendio con Lello in netto ritardo a causa della presa scadente delle sue scarpe che lo costringe a rallentare moltissimo.. io intanto dotatomi di doppio bastone avanzo piuttosto rapidamente verso la fine del pendio nevoso oltre il quale inizierà un durissimo tratto di salita in faggeta e poi sulla neve.
Entriamo cosi in un altro tratto di faggeta e i colori qui iniziano a mutare perchè la quota e il versante settentrionale lasciano i faggi ancora in veste invernale quindi spoglia e la neve si fa sempre più presente sotto i nostri piedi.
Iniziamo cosi un ripidissimo pendio nevoso con angolo sicuramente di 45°
Per salirvi bisogna puntare decisamente le punte nella neve semi morbida per creare lo scalino necessario a risalire senza scivolare il dislivello.
Alberto decide di mettere il turbo e salire lungo la parte innevata
io inizio a seguirlo a ruota e gli scatto anche la foto di cui sopra ma poi mi rendo conto che Lello non riesce per niente a proseguire lungo il ripido pendio innevato.
Nella foto che segue si può apprezzare solo in parte la pendenza del percorso che vi assicuro era notevolissima.
A questo punto decido di aiutare Lello in risalita e gli suggerisco di seguirmi lungo un lato semicoperto dai faggi che ci consente di evitare la parte di sola neve
Fuoriusciti dall'intrico di rami e rocce arriviamo cmq sulla parte terminale del pendio nevoso che andava cmq risalita. Io mi avvio per creare il percorso scalinato a Lello realizzando dei gradini quanto più ampi possibili in modo da facilitargli la salita. Alberto intanto ci attende e si riposa su una roccia poco più sopra.
Ecco Lello molto impegnato a 4 zampe a risalire l'ultimo pezzo innevato. Dietro di lui il boschetto di faggi dal quale siamo fuoriusciti poco prima
Siamo già entrati quasi nelle nubi , siamo sui 1650 mt circa ed è un peccato non poter ammirare lo sconfinato panorama che offre il Matese su tutto l'appennino centrale. Si intravede infatti solo la vallata verdeggiante sottostante.
A questo punto vista la scarsa visibilità della cima per orientarci meglio utilizzo la mia app View Ranger molto utile per capire dove ci si trova e salgo in esplorazione lungo l'ultimo tratto ripido del pendio stavolta senza neve per andare a verificare in cima allo scollinamento se è da li che dobbiamo proseguire o meno.
Ecco il video girato da Lello io sono quello in alto e Alberto mi chiede conferma sulla situazione. Il vento da ora in avanti inizierà a farsi sentire a causa del fatto che fino ad ora eravamo rientranti sempre sulla parte riparata dal costone roccioso della montagna.
https://photos.app.goo.gl/aENkQCtgfgiRwyFq8
Giunto sulla cima si apre davanti a me il panorama di uno stazzo per animali con abbeveratoio che denuncia visivamente la presenza di esseri viventi attraverso gli steccati e altri manufatti , ma che a prima vista mi pare abbandonato. In effetti viene utilizzato in estate da un pastore che bivacca anche la notte sul posto. Qui a quota 1700 mt si aprono scenari di canaloni innevatissimi un po' ovunque.
Uno sguardo al panorama e ne approfittiamo per fare una sosta breve nella quale ci concediamo un piccolo pasto energetico a base di torta della nonna con nutella.
Guardandomi in giro vedevo solo pendii ricoperti dalle nubi che non mi facevano ben capire quale lato seguire per risalire ulteriormente la montagna.
Ad un tratto le nubi si diradano per pochi secondi e intravedo il costone scoperto di neve per risalire il pendio che parte più o meno dove si notano al centro della foto, dei piloni elettrici abbandonati.
Lancio il segnale di alert ai miei due amici affermando che la risalita di 300 e passa metri sarà piuttosto dura e partiamo..
Nello scatto seguente dallo stazzo dell'abbeveratoio ben si nota la parte centrale del dosso roccioso a cavallo tra i due canaloni innevati che inizieremo a risalire di li a poco.
Iniziamo la salita e il vento subito si inizia a far sentire cosi come la temperatura piuttosto bassa sui 4° circa che mi costringe ad alzare il cappuccio e proseguire.. Poco dopo l'inizio però scatto una foto panoramica al vallone di destra salendo che percorreremo poi in discesa al ritorno. Una meraviglia, piena zeppa di neve alta in alcuni punti anche due metri.
Sferzati da forti raffiche di vento gelido proveniente dalla nostra destra risaliamo il pendio... il mio passo costante mi porta a staccare i miei due amici , Alberto attende ogni tanto Lello che arranca per ultimo e che mi racconterà poi di aver bestemmiato tutti i santi contro di me per gli ultimi 10 minuti di questa salita quando ha iniziato ad accusare debito d'ossigeno.
in questo scatto di Alberto ben si coglie la situazione nella quale abbiamo effettuato la risalita con le nubi basse e il freddo umido e ventoso che sferzava i nostri volti. In lontananza io che mi addentro nelle nubi. La cima della capanna di legno posta oltre i 2000 mt non si vede anche se di rado le nubi concedevano una tregua e si scorgeva.
Eccolo Lello attardato sulla rampa finale ed io che ormai in prossimità della capanna ancora immersa nella nebbia attendo entrambi per arrivare insieme in cima.
https://photos.app.goo.gl/voPogjUbdapWeHtX9
Le condizioni in cui eravamo erano abbastanza tostarelle con vento forte e temperatura quasi prossima allo zero con molta umidità
https://photos.app.goo.gl/fjTAwpP3HkZ2Zf6N8
il tutto dopo due ore circa di cammino. Durante la ripida salita ci accorgiamo della neve fresca accumulatasi probabilmente con i rovesci della nottata e dell'alba sui versanti esposti a ovest del crinale montuoso. Notate la differenza con la neve vecchia alla sua destra.
A questo punto finalmente siamo quasi in prossimità della capanna a quota 2030 circa
https://photos.app.goo.gl/BduFxWUHXUb2zbfh9
Qui ci rifocilliamo al riparo dal vento sferzante sul lato est della capanna..
Ma subito mi accorgo che standocene fermi a cazzeggiare ovviamente il freddo inizia a farsi sentire in maniera brutale con il sudore degli indumenti che gela indosso.. Dobbiamo quindi subito ripartire per raggiungere la vicina vetta del Miletto per le foto di rito e ritornare a valle.
Di li a poco seguendo un breve sentiero in vetta si raggiungono i 2050 mt del Miletto. Siamo dopo oltre tre ore e mezza sulla vetta del Molise circondati da nebbia a 360° costituita dalle nubi spinte dai venti occidentali taglienti e gelidi.
La sosta dura molto poco, le mie dita sono congelate le mostro ai miei amici e hanno il colore della neve praticamente sangue in circolo alle estremità pari a zero.. non reggo molto lo stato di fermo e devo mettermi in moto. Iniziamo cosi la discesa, Alberto ci suggerisce la via direttissima con un sentiero che aveva percorso in estate con Verdeirpinia ma la nebbia rendeva invisibile il pendio e personalmente non conoscendolo ho evitato di intraprendere il salto nel buio.. cosi decidiamo di ripercorrere il sentiero dell'andata..
E mai fu scelta più azzeccata visto lo spettacolo al quale saremmo andati incontro.
Giunti alla capanna in legno iniziamo la discesa lato sinistro del sentiero nel canalone ben innevato.. la nebbia non ci fa percepire bene ne la lunghezza del canalone ne l'immensità nevosa che avremmo attraversato di li a poco..
iniziamo la discesa nel nebbione sferzati dal vento e ci accorgiamo anche di qualche fiocchetto di neve..
Ci addentriamo nel canalone innevato in discesa nel nebbione
https://photos.app.goo.gl/wD3K7UiHVtgZQFXL8
La discesa è però molto divertente e anche rilassante perchè la neve morbida e cedevole nel primo strato ammortizza la nostra discesa, discesa che diventa lunghissima al punto tale da farmi pensare che avessimo superato il punto in cui svoltare per lo stazzo dell'abbeveratoio mentre invece lo stesso era più a valle..
scendendo verso valle in una divertente scivolata le nubi lasciano il passo alla schiarita
Nei punti laterali di contatto tra il costone roccioso e lo strato di neve si aprono le classiche buche nelle quali infilarsi per scattare qualche simpatica foto
Dopo una divertentissima discesa torniamo cosi allo stazzo dell'abbeveratoio...
Da qui superato un breve dislivello in salita ci approntiamo a fare la discesa sul ripidissimo tratto nevoso percorso all'andata quello a 45°
Ebbene la discesa per Lello è una vera e propria tortura, sono costretto a sostenerlo ad ogni passo perchè l'equilibrio con le sue lisce suole è assolutamente precario..
Mentre passo dopo passo io e Lello tra una scivolata e l'altra scendiamo lentamente, Alberto decide di azzardare la scivolata culo a terra.. nemmeno il tempo di avvertirlo di evitarla che è già partito... inizia la sua scivolata sul pendio 45° prende velocità.. troppa velocità.. io è lello preghiamo per lui perchè ad in tratto perde il controllo finisce pancia sotto e scivola spalle alla faggeta sottostante a tutta velocità...ormai è andata.. l'adrenalina e la tensione in me e in lello ci blocca letteralmente perchè temiamo che Alberto possa farsi male nell'impatto con i rami della faggeta... in effetti udiamo un bel crack di legname quando finalmente Alberto si stoppa.. a quel punto gli chiedo di darmi un cenno di ok e fortunatamente è andata bene... a parte la neve fin nelle mutande tutto ok...
A quel punto io e Lello dobbiamo proseguire lentamente la discesa...
Il pendio è ripido come già descritto e la neve rende complicata la discesa.. ma sostenendo Lello nelle sue scivolate , grazie ai miei scarponcini riusciamo a raggiungere in basso Alberto che intanto ha le mani congelate sulla neve nel tentativo di rallentare la sua scivolata ...
a questo punto ci riaddentriamo nella faggeta e facciamo una meritatissima sosta con caffè nel bosco..
L'occorrente è pronto
https://photos.app.goo.gl/uTrRgH3CG27cxShb7
https://photos.app.goo.gl/d6yozViAUffGkDXm8
Con l'accortezza di non lasciare alcun rifiuto in giro ripartiamo nel sentiero di discesa e ci attende il ritorno sul tratto a traverso...
eccoci sul pendio nevoso di ritorno...
e in questo momento che io e Lello ci rendiamo conto di un masso in caduta dal costone roccioso che rotola verso valle.. la distanza dal costone ci mantiene in sicurezza ma sempre meglio essere vigili in queste situazioni..
Scendendo il sentiero si confonde nella neve e lo perdiamo per un attimo per riprenderlo subito , sempre grazie alla santa app View Ranger ecco Lello che con doppio bastone termina il suo passaggio
https://photos.app.goo.gl/7UDLmqbY3RHEnJmj9
un'altro scatto con Alberto e siamo ormai giunti al termine dell'escursione ci rimane da percorrere l'ultimo tratto del pianoro per ritornare alle auto..
dopo 7 ore di escursione e circa 9 km percorsi con dislivello di 620 mt di salita e 620 di discesa giungiamo alle auto ancora sferzati dal vento freddo. 7° la temperatura.
https://photos.app.goo.gl/2Wk4AKSfcrpdSUqaA
In discesa ci rifocilliamo prima di salutarci con un bel dolce-aperitivo presso un bar di San Massimo..
Stanchi ma appagati torniamo presso le nostre abitazioni in serata.
E' stata davvero una splendida escursione su un sentiero molto molto vario con tratti di tutte le specie dal tappeto erboso morbido iniziale al ripidissimo pendio nevoso , neve nebbia vento qualche fiocchetto di neve e qualche goccia di pioggia.. Abbiamo avuto un po' tutto...anche quel poco di sole che è bastato ad abbrustolire un po' i nostri visi...
La giornata non è meteorologicamente parlando proprio il massimo per un'escursione ma tant'è anche in condizioni più difficili si vivono comunque emozioni uniche a risalr per pendii scoscesi e spesso innevati.
Dopo un paio di ore di auto per me e Lello e una per Burian ci ritroviamo sul pianoro di Campitello Matese dove pioviggina e tira un vento di ponente piuttosto freddo 5.4° al mio termo auto.
Ci vestiamo in tenuta invernale, e iniziamo la nostra camminata di avvicinamento al sentiero di partenza , sono le 10.30.
Lo scenario di partenza non promette granchè nubi basse si addensano sin sui 1600/1700 mt delle cime. Il pratone di campitello è di un verde brillante.
Al primo sentiero di salita giriamo verso sinistra sbagliando strada nel seguire una pista da sci innevata che ci costringe ad una inutile sfacchinata iniziale sul ripido pendio nevoso dal quale poi decidiamo di ridiscendere per riprendere la giusta via. Questo primo ripido pendio nevoso mette subito a dura prova i mie due compagni i quali si sono presentati con scarpe da trekking si ma estive quindi dotate di suole che fanno poca presa sulla neve. Queste difficoltà le sconteranno poi nel corso sia della salita che della discesa lungo il sentiero.
A quel punto costeggiando l'ultima sciovia sulla destra giungiamo all'imbocco del sentiero di risalita , che già sappiamo sarà lungo e faticoso in quanto aggira la montagna dal suo lato settentrionale.
Entriamo in faggeta e iniziamo la salita. Il sentiero non è molto segnato sia sulle rocce che sui fusti dei faggi. A tratti i tipici segnali bianchi e rossi sono visibili in altri assenti o quasi del tutto rovinati dalla mancata manutenzione degli stessi.
Usciti dal primo tratto di faggeta incontriamo una delle prime difficoltà di questo lungo sentiero che si presenterà a noi molto variegato e anche complesso. Ecco un lungo traverso da percorrere sulla neve obliqua quindi scivolosa posto sotto le rupi verticali della grotta delle Ciaole luogo dove nidificano cornacchie ma dove spesso cadono massi rotolanti poi a valle. Proprio io e Lello ne abbiamo notato uno rotolare giù durante la discesa al ritorno.
L'attraversamento di questo tratto presenta non poche difficoltà soprattutto a Lello dotato di scarpe con suola praticamente liscia per cui perde continuamente aderenza sulla neve.
Nella foto successiva proprio Lello ci scatta questa foto mentre io e Alberto ci avviciniamo al pendio nevoso. Personalmente nonostante gli scarponi da montagna con i quali ho effettuato l'escursione mi sono già dotato di un bastone in legno per migliorare la presa sul pendio che ci accingevamo a percorrere.
percorrendo il tratto innevato non potevamo non soffermarci ad ammirare gli alti costoni rocciosi che vengono giù dalla croce del Matese sui quali nidificano coppie di cornacchie e alla cui base la neve è presente in abbondanza essendo questo il versante settentrionale del massiccio.
piano piano percorriamo il pendio con Lello in netto ritardo a causa della presa scadente delle sue scarpe che lo costringe a rallentare moltissimo.. io intanto dotatomi di doppio bastone avanzo piuttosto rapidamente verso la fine del pendio nevoso oltre il quale inizierà un durissimo tratto di salita in faggeta e poi sulla neve.
Entriamo cosi in un altro tratto di faggeta e i colori qui iniziano a mutare perchè la quota e il versante settentrionale lasciano i faggi ancora in veste invernale quindi spoglia e la neve si fa sempre più presente sotto i nostri piedi.
Iniziamo cosi un ripidissimo pendio nevoso con angolo sicuramente di 45°
Per salirvi bisogna puntare decisamente le punte nella neve semi morbida per creare lo scalino necessario a risalire senza scivolare il dislivello.
Alberto decide di mettere il turbo e salire lungo la parte innevata
io inizio a seguirlo a ruota e gli scatto anche la foto di cui sopra ma poi mi rendo conto che Lello non riesce per niente a proseguire lungo il ripido pendio innevato.
Nella foto che segue si può apprezzare solo in parte la pendenza del percorso che vi assicuro era notevolissima.
A questo punto decido di aiutare Lello in risalita e gli suggerisco di seguirmi lungo un lato semicoperto dai faggi che ci consente di evitare la parte di sola neve
Fuoriusciti dall'intrico di rami e rocce arriviamo cmq sulla parte terminale del pendio nevoso che andava cmq risalita. Io mi avvio per creare il percorso scalinato a Lello realizzando dei gradini quanto più ampi possibili in modo da facilitargli la salita. Alberto intanto ci attende e si riposa su una roccia poco più sopra.
Ecco Lello molto impegnato a 4 zampe a risalire l'ultimo pezzo innevato. Dietro di lui il boschetto di faggi dal quale siamo fuoriusciti poco prima
Siamo già entrati quasi nelle nubi , siamo sui 1650 mt circa ed è un peccato non poter ammirare lo sconfinato panorama che offre il Matese su tutto l'appennino centrale. Si intravede infatti solo la vallata verdeggiante sottostante.
A questo punto vista la scarsa visibilità della cima per orientarci meglio utilizzo la mia app View Ranger molto utile per capire dove ci si trova e salgo in esplorazione lungo l'ultimo tratto ripido del pendio stavolta senza neve per andare a verificare in cima allo scollinamento se è da li che dobbiamo proseguire o meno.
Ecco il video girato da Lello io sono quello in alto e Alberto mi chiede conferma sulla situazione. Il vento da ora in avanti inizierà a farsi sentire a causa del fatto che fino ad ora eravamo rientranti sempre sulla parte riparata dal costone roccioso della montagna.
https://photos.app.goo.gl/aENkQCtgfgiRwyFq8
Giunto sulla cima si apre davanti a me il panorama di uno stazzo per animali con abbeveratoio che denuncia visivamente la presenza di esseri viventi attraverso gli steccati e altri manufatti , ma che a prima vista mi pare abbandonato. In effetti viene utilizzato in estate da un pastore che bivacca anche la notte sul posto. Qui a quota 1700 mt si aprono scenari di canaloni innevatissimi un po' ovunque.
Uno sguardo al panorama e ne approfittiamo per fare una sosta breve nella quale ci concediamo un piccolo pasto energetico a base di torta della nonna con nutella.
Guardandomi in giro vedevo solo pendii ricoperti dalle nubi che non mi facevano ben capire quale lato seguire per risalire ulteriormente la montagna.
Ad un tratto le nubi si diradano per pochi secondi e intravedo il costone scoperto di neve per risalire il pendio che parte più o meno dove si notano al centro della foto, dei piloni elettrici abbandonati.
Lancio il segnale di alert ai miei due amici affermando che la risalita di 300 e passa metri sarà piuttosto dura e partiamo..
Nello scatto seguente dallo stazzo dell'abbeveratoio ben si nota la parte centrale del dosso roccioso a cavallo tra i due canaloni innevati che inizieremo a risalire di li a poco.
Iniziamo la salita e il vento subito si inizia a far sentire cosi come la temperatura piuttosto bassa sui 4° circa che mi costringe ad alzare il cappuccio e proseguire.. Poco dopo l'inizio però scatto una foto panoramica al vallone di destra salendo che percorreremo poi in discesa al ritorno. Una meraviglia, piena zeppa di neve alta in alcuni punti anche due metri.
Sferzati da forti raffiche di vento gelido proveniente dalla nostra destra risaliamo il pendio... il mio passo costante mi porta a staccare i miei due amici , Alberto attende ogni tanto Lello che arranca per ultimo e che mi racconterà poi di aver bestemmiato tutti i santi contro di me per gli ultimi 10 minuti di questa salita quando ha iniziato ad accusare debito d'ossigeno.
in questo scatto di Alberto ben si coglie la situazione nella quale abbiamo effettuato la risalita con le nubi basse e il freddo umido e ventoso che sferzava i nostri volti. In lontananza io che mi addentro nelle nubi. La cima della capanna di legno posta oltre i 2000 mt non si vede anche se di rado le nubi concedevano una tregua e si scorgeva.
Eccolo Lello attardato sulla rampa finale ed io che ormai in prossimità della capanna ancora immersa nella nebbia attendo entrambi per arrivare insieme in cima.
https://photos.app.goo.gl/voPogjUbdapWeHtX9
Le condizioni in cui eravamo erano abbastanza tostarelle con vento forte e temperatura quasi prossima allo zero con molta umidità
https://photos.app.goo.gl/fjTAwpP3HkZ2Zf6N8
il tutto dopo due ore circa di cammino. Durante la ripida salita ci accorgiamo della neve fresca accumulatasi probabilmente con i rovesci della nottata e dell'alba sui versanti esposti a ovest del crinale montuoso. Notate la differenza con la neve vecchia alla sua destra.
A questo punto finalmente siamo quasi in prossimità della capanna a quota 2030 circa
https://photos.app.goo.gl/BduFxWUHXUb2zbfh9
Qui ci rifocilliamo al riparo dal vento sferzante sul lato est della capanna..
Ma subito mi accorgo che standocene fermi a cazzeggiare ovviamente il freddo inizia a farsi sentire in maniera brutale con il sudore degli indumenti che gela indosso.. Dobbiamo quindi subito ripartire per raggiungere la vicina vetta del Miletto per le foto di rito e ritornare a valle.
Di li a poco seguendo un breve sentiero in vetta si raggiungono i 2050 mt del Miletto. Siamo dopo oltre tre ore e mezza sulla vetta del Molise circondati da nebbia a 360° costituita dalle nubi spinte dai venti occidentali taglienti e gelidi.
La sosta dura molto poco, le mie dita sono congelate le mostro ai miei amici e hanno il colore della neve praticamente sangue in circolo alle estremità pari a zero.. non reggo molto lo stato di fermo e devo mettermi in moto. Iniziamo cosi la discesa, Alberto ci suggerisce la via direttissima con un sentiero che aveva percorso in estate con Verdeirpinia ma la nebbia rendeva invisibile il pendio e personalmente non conoscendolo ho evitato di intraprendere il salto nel buio.. cosi decidiamo di ripercorrere il sentiero dell'andata..
E mai fu scelta più azzeccata visto lo spettacolo al quale saremmo andati incontro.
Giunti alla capanna in legno iniziamo la discesa lato sinistro del sentiero nel canalone ben innevato.. la nebbia non ci fa percepire bene ne la lunghezza del canalone ne l'immensità nevosa che avremmo attraversato di li a poco..
iniziamo la discesa nel nebbione sferzati dal vento e ci accorgiamo anche di qualche fiocchetto di neve..
Ci addentriamo nel canalone innevato in discesa nel nebbione
https://photos.app.goo.gl/wD3K7UiHVtgZQFXL8
La discesa è però molto divertente e anche rilassante perchè la neve morbida e cedevole nel primo strato ammortizza la nostra discesa, discesa che diventa lunghissima al punto tale da farmi pensare che avessimo superato il punto in cui svoltare per lo stazzo dell'abbeveratoio mentre invece lo stesso era più a valle..
scendendo verso valle in una divertente scivolata le nubi lasciano il passo alla schiarita
Nei punti laterali di contatto tra il costone roccioso e lo strato di neve si aprono le classiche buche nelle quali infilarsi per scattare qualche simpatica foto
Dopo una divertentissima discesa torniamo cosi allo stazzo dell'abbeveratoio...
Da qui superato un breve dislivello in salita ci approntiamo a fare la discesa sul ripidissimo tratto nevoso percorso all'andata quello a 45°
Ebbene la discesa per Lello è una vera e propria tortura, sono costretto a sostenerlo ad ogni passo perchè l'equilibrio con le sue lisce suole è assolutamente precario..
Mentre passo dopo passo io e Lello tra una scivolata e l'altra scendiamo lentamente, Alberto decide di azzardare la scivolata culo a terra.. nemmeno il tempo di avvertirlo di evitarla che è già partito... inizia la sua scivolata sul pendio 45° prende velocità.. troppa velocità.. io è lello preghiamo per lui perchè ad in tratto perde il controllo finisce pancia sotto e scivola spalle alla faggeta sottostante a tutta velocità...ormai è andata.. l'adrenalina e la tensione in me e in lello ci blocca letteralmente perchè temiamo che Alberto possa farsi male nell'impatto con i rami della faggeta... in effetti udiamo un bel crack di legname quando finalmente Alberto si stoppa.. a quel punto gli chiedo di darmi un cenno di ok e fortunatamente è andata bene... a parte la neve fin nelle mutande tutto ok...
A quel punto io e Lello dobbiamo proseguire lentamente la discesa...
Il pendio è ripido come già descritto e la neve rende complicata la discesa.. ma sostenendo Lello nelle sue scivolate , grazie ai miei scarponcini riusciamo a raggiungere in basso Alberto che intanto ha le mani congelate sulla neve nel tentativo di rallentare la sua scivolata ...
a questo punto ci riaddentriamo nella faggeta e facciamo una meritatissima sosta con caffè nel bosco..
L'occorrente è pronto
https://photos.app.goo.gl/uTrRgH3CG27cxShb7
https://photos.app.goo.gl/d6yozViAUffGkDXm8
Con l'accortezza di non lasciare alcun rifiuto in giro ripartiamo nel sentiero di discesa e ci attende il ritorno sul tratto a traverso...
eccoci sul pendio nevoso di ritorno...
e in questo momento che io e Lello ci rendiamo conto di un masso in caduta dal costone roccioso che rotola verso valle.. la distanza dal costone ci mantiene in sicurezza ma sempre meglio essere vigili in queste situazioni..
Scendendo il sentiero si confonde nella neve e lo perdiamo per un attimo per riprenderlo subito , sempre grazie alla santa app View Ranger ecco Lello che con doppio bastone termina il suo passaggio
https://photos.app.goo.gl/7UDLmqbY3RHEnJmj9
un'altro scatto con Alberto e siamo ormai giunti al termine dell'escursione ci rimane da percorrere l'ultimo tratto del pianoro per ritornare alle auto..
dopo 7 ore di escursione e circa 9 km percorsi con dislivello di 620 mt di salita e 620 di discesa giungiamo alle auto ancora sferzati dal vento freddo. 7° la temperatura.
https://photos.app.goo.gl/2Wk4AKSfcrpdSUqaA
In discesa ci rifocilliamo prima di salutarci con un bel dolce-aperitivo presso un bar di San Massimo..
Stanchi ma appagati torniamo presso le nostre abitazioni in serata.
E' stata davvero una splendida escursione su un sentiero molto molto vario con tratti di tutte le specie dal tappeto erboso morbido iniziale al ripidissimo pendio nevoso , neve nebbia vento qualche fiocchetto di neve e qualche goccia di pioggia.. Abbiamo avuto un po' tutto...anche quel poco di sole che è bastato ad abbrustolire un po' i nostri visi...
Iceman
Ricomincio da tre
Il freddo unisce il caldo separa...
Ridatemi il febbraio del 1956 ... 2018 c'eravamo quasi...
La neve è neve...la grandine è grandine
Datemi canna albanese vorrei vedere Napoli sepolta dalla neve più che in una città svedese
31/10/19 to 29/11/19 record di 30 gg. di pioggia
Ricomincio da tre
Il freddo unisce il caldo separa...
Ridatemi il febbraio del 1956 ... 2018 c'eravamo quasi...
La neve è neve...la grandine è grandine
Datemi canna albanese vorrei vedere Napoli sepolta dalla neve più che in una città svedese
31/10/19 to 29/11/19 record di 30 gg. di pioggia
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- Stazione meteo: Davis Vantage Vue
Re: Monte Miletto 2050 mt 13 mag 2021
tropp bell....magico Matese!
Stazione meteo Marano di Napoli (NA)
30-31/12/2014 Neve a Marano con -3°con sfondamento da Stau
Dicembre 2015 0.0 mm record storico
Dicembre 2016 4.0 mm altro record
26/27 Febbraio 2018 Nevicate record Temp. -1.5° e 15 cm misurati il giorno 27/02
Novembre 2019 record assoluto di pioggia di tutti i tempi: 517 mm
30-31/12/2014 Neve a Marano con -3°con sfondamento da Stau
Dicembre 2015 0.0 mm record storico
Dicembre 2016 4.0 mm altro record
26/27 Febbraio 2018 Nevicate record Temp. -1.5° e 15 cm misurati il giorno 27/02
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Re: Monte Miletto 2050 mt 13 mag 2021
Bella testimonianza come al solito, a tratti anche "spaventosa"
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Re: Monte Miletto 2050 mt 13 mag 2021
Bellissimo reportage, visto anche i video... Bravi!
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Re: Monte Miletto 2050 mt 13 mag 2021
bellissima escursione
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Re: Monte Miletto 2050 mt 13 mag 2021
Tutto molto bello
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Re: Monte Miletto 2050 mt 13 mag 2021
Bellissima l'escursione e avvincente il racconto di Mario
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Re: Monte Miletto 2050 mt 13 mag 2021
leo95nf ha scritto:Bella testimonianza come al solito, a tratti anche "spaventosa"
Ma quale spaventosa....tutto troppo bello!
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Re: Monte Miletto 2050 mt 13 mag 2021
vi ringrazio tantissimo dell invito
complimenti a tutti
sono stato iper sincero nel dirvi che avevo paura del covid , spero di essere stato apprezzato !
in effetti esco in trekking da 1 anno da solo , non racconto balle credetemi e cio'nonostante la vita va avanti ...
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NUTRO PROFONDA STIMA VERSO L'UOMO GIGI D'AGOSTINO: UNA STIMA CHE VA' AL DI LA' DEL SUO PERCORSO MUSICALE, MA CHE NASCE DALL'UMILTA', SENSIBILITA' , DOLCEZZA CON CUI IL D'AGOSTINO PITTURA LE SUE EMOZIONI MUSICALI E CHE RENDE REALI LE MIE SENSAZIONI
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Re: Monte Miletto 2050 mt 13 mag 2021
monte miletto lo feci con alberto il 29 agosto 2020
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Re: Monte Miletto 2050 mt 13 mag 2021
verdeirpinia ha scritto:vi ringrazio tantissimo dell invito
complimenti a tutti
sono stato iper sincero nel dirvi che avevo paura del covid , spero di essere stato apprezzato !
in effetti esco in trekking da 1 anno da solo , non racconto balle credetemi e cio'nonostante la vita va avanti ...
bastava mantenere le giuste distanze, facevi finta di stare da solo!
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Re: Monte Miletto 2050 mt 13 mag 2021
Bellissimo!! Cavolo, me l'ero perso ...in una delle tante bellissime foto si vede la neve ricalcare perfettamente quella che a me sembra essere la sede di un antico ghiacciaio, poi si vede quell'altopiano innevatjssimo di cui parlavo io.
Non occorre una religione per dirti ciò che è giusto o è sbagliato; Se non sai distinguere il bene dal male non ti manca la religione ma la coscienza.
https://www.weatherlink.com/bulletin/c8 ... 6b7ef6eacc (staz. meteo Montesarchio )
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Re: Monte Miletto 2050 mt 13 mag 2021
Giglio rosso ha scritto:Bellissimo!! Cavolo, me l'ero perso ...in una delle tante bellissime foto si vede la neve ricalcare perfettamente quella che a me sembra essere la sede di un antico ghiacciaio, poi si vede quell'altopiano innevatjssimo di cui parlavo io.
si le valli glaciali sono facilmente riconoscibili in appennino ancora oggi.. ce ne sono a bizzeffe
Iceman
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Il freddo unisce il caldo separa...
Ridatemi il febbraio del 1956 ... 2018 c'eravamo quasi...
La neve è neve...la grandine è grandine
Datemi canna albanese vorrei vedere Napoli sepolta dalla neve più che in una città svedese
31/10/19 to 29/11/19 record di 30 gg. di pioggia
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