Iceman ha scritto:Gradirei riavere quello che hanno fregato a me, a Pipstin, a Blizzard e a tutti i nati dal 1965 circa in poi....
VOGLIO IL millenovecentocinquantaseiIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII
Febbraio 1956
Sandro guarda la neve cadere.
E' tanta, e si deposita su tutto.
A Laveno Mombello non è un evento raro.Ma lui non lo sa.
Od almeno,non lo sa ancora.Ha solo cinque mesi.
Come in un sogno,Sandro vede ad un migliaio di chilometri di distanza
che anche nel Sannio guardano la neve cadere.
E' tanta e si deposita dappertutto,sulla "rutine" primordiale
che incorpora,fossilizzati,rametti,insetti,foglie del tempo che fu.
Mentre lui,al Nord, paffuto freddofilo, si fa le prime discese sulla slitta della vita.
Le Fiat Cinquecento gialle che passano nella via principale, lo fanno con grossa difficoltà,
lasciando due strisce sulla strada.
La campagna sannita è immacolata l'aria è piena delle bestemmie dei contadini che sanno di avere poco foraggio nelle stalle.
Le "rutine" che contraddistinguono la piana Telesina, di origine glaciale ,
adagiata fra il massiccio del Taburno e quello del Matese,nella provincia di Benevento, ormai non le vedi più.
Continua a nevicare.
Sandro è fortunato, e lo sa.
Non viene da una famiglia benestante, ma l'armonia che regna nella sua famiglia compensa anche questo ed un tazza di latte di mucca,
una fetta di pane di segale ed un cucchiaio di miele d'acacia prealpina,sul suo desco non mancano mai.
Non ha nemmeno la televisione, un lusso che pochi possono permettersi.
Tuttavia lo spettacolo che gli si offrirà nella sua infanzia,fatto di neve e di neve,
di partite a pallone con fratelli ed amici,non gli impedirà di andare anche lui via, a cercare l'amore altrove..
Gli piacerebbe suonare e cantare, lui che non è intonato.
Nevica, continua a nevicare, mentre questi pensieri gli si affollano nella testa di giullare in fasce.
Il biancore ormai è acceso, e ricopre tutto, strade, palazzi, abeti, giardini,morene,
e il suo lago maggiore ,felice anche lui del candido mantello.
L'odore nell'aria non è più quello delle pioggia natie di settembre,
è quello della neve, un odore che non immaginava,immaginario eppure reale.
Tocca la neve mentre scende la ripa slittando, morbida e soffice. Cerca di berne un pò,
l'acqua che viene fuori dalla neve al gusto è ottima. Nell'aria non vi è alcun suono, è tutto ovattato.
Le sue anche affondano nel manto candido e non gli lasciano presagire nulla di quello che gli sarebbe capitato.
"Chissà", si chiede, "se al mondo vi siano altri pazzi come me che amano i fenomeni atmosferici". Chissà.
Lo scoprirà decenni dopo, grazie a Internet.
Fu in quei giorni che Sandro diventò un appassionato di meteorologia.