Elogio del caminetto...
Inviato: domenica 3 novembre 2013, 15:29
Il caminetto ?
Va beh dai,ci piace vincere facile…
E pensare che negli anni sessanta avevo a che fare con un camino assurdo,
che usava come canna fumaria le scale che menavano al piano superiore,
quello delle camere.
Era una guerra continua fra il mio povero papà e la mia povera mama,
che odiava l’abitudine del disgraziato camino d’ impregnare tutta la casa,
abiti compresi ,del suo fumo di faggio.
Il mio papà, il Pino,non vedeva l’ora di accendere il disgraziato,
che lo ricambiava affumicando tutto e tutti.
Quando mi sono trasferito al Sud,
una volta appurato che anche qui si usavano i camini,
ne ho subito installato uno a casa di mia moglie,
nonostante stessimo all’ultimo piano,il secondo.
Mi sobbarcavo volentieri la fatica di caricarmi la legna per quattro rampe di scale..
E non faceva nemmeno fumo.
Ci ricambiava con la sua fiamma ballonzolante e rassicurante,
tenendoci compagnia negli anni 80,quando di trasmissioni tv interessanti ce n’erano poche,
a parte le partite della Juve.
Davanti alla fiamma del camino,era semplice far pace,
dimenticare i pensieri fuori dalla porta,sentire il silenzioso sonno dei bimbi ,
senza tante telefonate scoccianti delle compagnie telefoniche ed elettriche,come succede oggi.
Quando nel ’90 ci siamo costruiti la casa dei nostri sogni,di camini ne ho fatti addirittura due.
A volte bisticciavano fra loro,
e così,per quieto vivere,ne accendiamo uno alla volta.
Sono al piano rialzato,così,la legna,una volta sistemata nel ripostiglio sul balcone,
non costa nemmeno fatica portarla dentro.
Capita che se ne vada la corrente,
durante qualche temporale,
e loro,imperterriti continuano a diffondere la loro luce rassicurante per tutta la casa.
Una casa senza camino,secondo me,
è una casa incompleta,anonima,oserei dire..
Questo perché le mie radici contadine e boscaiole emergono sempre,
nonostante oggi non sia più,mio malgrado,n
é contadino né boscaiolo…
Un mio amico,saggio,mi ha fatto capire che il camino,
per goderselo appieno,va acceso quando il freddo è pungente.
Inutile accenderlo il 3 novembre 2013,
quando siamo ancora in maniche corte.
E della brace ne vogliamo parlare….?
La domenica od il sabato,quando la famiglia sì ingrossa per l’afflusso di quasi tutti i figli,
predispongo già il tipo di pezzi di quercia per farne brace..
un pezzo grandicello più altri svariati pezzi più piccoli,
in modo di avere per mezzodì una bella brace…
E sopra,con anche qualche senso di colpa,funghi e carne di maiale,capicollo o salsiccia…
Mai sentito parlare di pignatiello ?
Il pignatiello è una specie di pentola in creta,
simile ad un piccolo orcio, con bocca larga ed intorno al collo vi sono due ampi manici per la presa.
Oggi è raramente usato in quanto per cuocere i
cibi è necessario che venga riposto nel focolare,
a fianco alla brace, per alcune ore.
Veniva usato principalmente per la cottura dei fagioli,
sia quelli in bianco, da mescolare alla pasta e sia di quelli con salsa di pomodoro ed alcune verdure,
che si consumano accompagnati da pane biscottato,
cotto nel tradizionale forno a legna.
In genere la cottura deve essere lenta e non tumultuosa,
con un tempo medio di cottura di circa quattro ore
ma può essere lasciato accanto al fuoco ancora per molte ore
ed in tal caso il sugo si asciuga lentamente diventando sempre più cremoso.
Per chi dispone di un camino a legna e vuole cimentarsi in questo singolare tipo di cottura,
basta acquistare un pignatiello, tenerlo completamente immerso in un recipiente pieno di acqua,
possibilmente in piedi in modo che lo stesso non galleggi,
per almeno 24 ore dopodiché tutta la superficie ed il fondo devono essere sfregati con l’aglio;
questo accorgimento serve a limitare le possibilità che il recipiente
con l’altissima temperature del fuoco vivo,
si spacchi; altro accorgimento è quello di non toglierlo subito dal focolare a cottura ultimata ma spostarlo
un poco più lontano dal fuoco per evitare eccessivi sbalzi termici.
Ma tutto questo non è niente,se paragonato alla compagnia intima e famigliare che il caminetto ti può dare.
A costi bassissimi,nemmeno paragonabile all’uso di diavolerie elettriche.
Chi,in aggiunta,ha un po’ di terreno con alberi,
ogni anno ricava discrete quantità di legno da potature,
che fanno brodo pure loro.
Che cosa ti chiede in cambio ?
Un angolo di casa tua,
una pulizia annuale al costo di 30 euro,
tanto amore per lui…
Chi può,si faccia un caminetto,vivrà più sereno…
Addirittura,è così generoso che anche gli scarti sono oro prezioso.
La cenere,ricca di elementi utili al terreno,
come fosforo e magnesio,è un ottimo fertilizzante..
Io la uso anche come antilumaca,
dispersa fra l’insalata,tiene distante le bavose lumache,
socie dei miei raccolti di scarola e lattuga..
La uso,mischiata alla calce viva,per trattare le olive,
in modo naturale.
Pochi giorni di immersione delle olive in cenere e calce,
tolgono l’amaro meglio di ogni soda esistente in commercio,
senza gli effetti collaterali dei preparati chimici..con buona pace della Solvey…
Quest’anno non l’ho ancora acceso,ma la scorta di legna attende,paziente…
E la calza della Befana ?
Avete mai appeso le calze dei vostri figli vicino alla stufetta elettrica ?
Non fatelo.Vi prego.
Viceversa,prima con i miei quattro figli ed ora con i miei due nipoti,
la sera del cinque gennaio i miei camini
hanno sempre goduto di una bella sfilza di calze appese
…non vi nascondo che anche dopo l’età della fanciullezza
i miei figli hanno continuato ad appendere calze delle varie fogge vicino al camino…
Nella mia infanzia,nella calza della Befana venivano sistemati dolci,noci e….
meraviglie delle meraviglie …
mandarini,che al Nord,
prima della maledetta globalizzazione,erano delle rarità…
Per una vita,nelle calze dei miei figli,oltre ai dolci che vi metteva mia moglie,
c’erano sempre e comunque dei mandarini,delle noci,e dei fichi secchi..
I miei figli sbuffavano,ma penso che ne erano anche divertiti…
Quando è l'ora, la Befana
alla scopa salta in groppa.
D'impazienza già trabocca:
l'alza su la tramontana,
fra le nuvole galoppa.
Ogni bimbo nel suo letto
fa l' esame di coscienza:
maledice il capriccetto,
benedice l' ubbidienza:
La mattina al primo raggio
si precipita al camino.
Un bel dono al bimbo saggio,
al cattivo un carboncino!
Meditate,amanti delle stufette elettriche,
su che cosa vi siete persi.
NB
Le righe sopra scritte non si configurano come pubblicità comparativa,
che,seppur ammessa ora dalla legge,
rimane poco simpatica…
Sono solo ricordi della mia vita,
riparati ad uso e consumo di chi li aveva buttati,
credendoli rotti ed inutilizzabili.
Se,putacaso ,avete ricordi rotti e non utilizzabili,
mandatemeli in MP,
farò il possibile per ripararli e restituirli come nuovi…
Sono un meccanico che ripara i ricordi.
Va beh dai,ci piace vincere facile…
E pensare che negli anni sessanta avevo a che fare con un camino assurdo,
che usava come canna fumaria le scale che menavano al piano superiore,
quello delle camere.
Era una guerra continua fra il mio povero papà e la mia povera mama,
che odiava l’abitudine del disgraziato camino d’ impregnare tutta la casa,
abiti compresi ,del suo fumo di faggio.
Il mio papà, il Pino,non vedeva l’ora di accendere il disgraziato,
che lo ricambiava affumicando tutto e tutti.
Quando mi sono trasferito al Sud,
una volta appurato che anche qui si usavano i camini,
ne ho subito installato uno a casa di mia moglie,
nonostante stessimo all’ultimo piano,il secondo.
Mi sobbarcavo volentieri la fatica di caricarmi la legna per quattro rampe di scale..
E non faceva nemmeno fumo.
Ci ricambiava con la sua fiamma ballonzolante e rassicurante,
tenendoci compagnia negli anni 80,quando di trasmissioni tv interessanti ce n’erano poche,
a parte le partite della Juve.
Davanti alla fiamma del camino,era semplice far pace,
dimenticare i pensieri fuori dalla porta,sentire il silenzioso sonno dei bimbi ,
senza tante telefonate scoccianti delle compagnie telefoniche ed elettriche,come succede oggi.
Quando nel ’90 ci siamo costruiti la casa dei nostri sogni,di camini ne ho fatti addirittura due.
A volte bisticciavano fra loro,
e così,per quieto vivere,ne accendiamo uno alla volta.
Sono al piano rialzato,così,la legna,una volta sistemata nel ripostiglio sul balcone,
non costa nemmeno fatica portarla dentro.
Capita che se ne vada la corrente,
durante qualche temporale,
e loro,imperterriti continuano a diffondere la loro luce rassicurante per tutta la casa.
Una casa senza camino,secondo me,
è una casa incompleta,anonima,oserei dire..
Questo perché le mie radici contadine e boscaiole emergono sempre,
nonostante oggi non sia più,mio malgrado,n
é contadino né boscaiolo…
Un mio amico,saggio,mi ha fatto capire che il camino,
per goderselo appieno,va acceso quando il freddo è pungente.
Inutile accenderlo il 3 novembre 2013,
quando siamo ancora in maniche corte.
E della brace ne vogliamo parlare….?
La domenica od il sabato,quando la famiglia sì ingrossa per l’afflusso di quasi tutti i figli,
predispongo già il tipo di pezzi di quercia per farne brace..
un pezzo grandicello più altri svariati pezzi più piccoli,
in modo di avere per mezzodì una bella brace…
E sopra,con anche qualche senso di colpa,funghi e carne di maiale,capicollo o salsiccia…
Mai sentito parlare di pignatiello ?
Il pignatiello è una specie di pentola in creta,
simile ad un piccolo orcio, con bocca larga ed intorno al collo vi sono due ampi manici per la presa.
Oggi è raramente usato in quanto per cuocere i
cibi è necessario che venga riposto nel focolare,
a fianco alla brace, per alcune ore.
Veniva usato principalmente per la cottura dei fagioli,
sia quelli in bianco, da mescolare alla pasta e sia di quelli con salsa di pomodoro ed alcune verdure,
che si consumano accompagnati da pane biscottato,
cotto nel tradizionale forno a legna.
In genere la cottura deve essere lenta e non tumultuosa,
con un tempo medio di cottura di circa quattro ore
ma può essere lasciato accanto al fuoco ancora per molte ore
ed in tal caso il sugo si asciuga lentamente diventando sempre più cremoso.
Per chi dispone di un camino a legna e vuole cimentarsi in questo singolare tipo di cottura,
basta acquistare un pignatiello, tenerlo completamente immerso in un recipiente pieno di acqua,
possibilmente in piedi in modo che lo stesso non galleggi,
per almeno 24 ore dopodiché tutta la superficie ed il fondo devono essere sfregati con l’aglio;
questo accorgimento serve a limitare le possibilità che il recipiente
con l’altissima temperature del fuoco vivo,
si spacchi; altro accorgimento è quello di non toglierlo subito dal focolare a cottura ultimata ma spostarlo
un poco più lontano dal fuoco per evitare eccessivi sbalzi termici.
Ma tutto questo non è niente,se paragonato alla compagnia intima e famigliare che il caminetto ti può dare.
A costi bassissimi,nemmeno paragonabile all’uso di diavolerie elettriche.
Chi,in aggiunta,ha un po’ di terreno con alberi,
ogni anno ricava discrete quantità di legno da potature,
che fanno brodo pure loro.
Che cosa ti chiede in cambio ?
Un angolo di casa tua,
una pulizia annuale al costo di 30 euro,
tanto amore per lui…
Chi può,si faccia un caminetto,vivrà più sereno…
Addirittura,è così generoso che anche gli scarti sono oro prezioso.
La cenere,ricca di elementi utili al terreno,
come fosforo e magnesio,è un ottimo fertilizzante..
Io la uso anche come antilumaca,
dispersa fra l’insalata,tiene distante le bavose lumache,
socie dei miei raccolti di scarola e lattuga..
La uso,mischiata alla calce viva,per trattare le olive,
in modo naturale.
Pochi giorni di immersione delle olive in cenere e calce,
tolgono l’amaro meglio di ogni soda esistente in commercio,
senza gli effetti collaterali dei preparati chimici..con buona pace della Solvey…
Quest’anno non l’ho ancora acceso,ma la scorta di legna attende,paziente…
E la calza della Befana ?
Avete mai appeso le calze dei vostri figli vicino alla stufetta elettrica ?
Non fatelo.Vi prego.
Viceversa,prima con i miei quattro figli ed ora con i miei due nipoti,
la sera del cinque gennaio i miei camini
hanno sempre goduto di una bella sfilza di calze appese
…non vi nascondo che anche dopo l’età della fanciullezza
i miei figli hanno continuato ad appendere calze delle varie fogge vicino al camino…
Nella mia infanzia,nella calza della Befana venivano sistemati dolci,noci e….
meraviglie delle meraviglie …
mandarini,che al Nord,
prima della maledetta globalizzazione,erano delle rarità…
Per una vita,nelle calze dei miei figli,oltre ai dolci che vi metteva mia moglie,
c’erano sempre e comunque dei mandarini,delle noci,e dei fichi secchi..
I miei figli sbuffavano,ma penso che ne erano anche divertiti…
Quando è l'ora, la Befana
alla scopa salta in groppa.
D'impazienza già trabocca:
l'alza su la tramontana,
fra le nuvole galoppa.
Ogni bimbo nel suo letto
fa l' esame di coscienza:
maledice il capriccetto,
benedice l' ubbidienza:
La mattina al primo raggio
si precipita al camino.
Un bel dono al bimbo saggio,
al cattivo un carboncino!
Meditate,amanti delle stufette elettriche,
su che cosa vi siete persi.
NB
Le righe sopra scritte non si configurano come pubblicità comparativa,
che,seppur ammessa ora dalla legge,
rimane poco simpatica…
Sono solo ricordi della mia vita,
riparati ad uso e consumo di chi li aveva buttati,
credendoli rotti ed inutilizzabili.
Se,putacaso ,avete ricordi rotti e non utilizzabili,
mandatemeli in MP,
farò il possibile per ripararli e restituirli come nuovi…
Sono un meccanico che ripara i ricordi.