Messaggioda sandro » domenica 1 marzo 2015, 9:48
La verna.
Nel mezzo del cammin di questo marzo
Mi sembrò di ritrovarmi nella primavera in fiore
Che la via dell’orso russo era ormai smarrita
Ah com’è assai dura da digerire
Questa stagione non aspra né selvaggia e né forte
Che ne’ neonati anni sempre si ripresenta
Tanto è amara che è sol poco più dolce dell’estate
Ma per trattar del bene che voglio al tempo
Dirò dell’altre cose che stamane vi ho scorto
Io non so ben dirvi come e se v’entrai
tant'ero pieno di lamenti e pianti sentiti attorno
che la verace pazienza mia a volte abbandonai
Ma poi quando fui ai piè di Monte Miletto giunto
là dove terminava quella di lacrime virtuale valle
( m'aveva di pianti il forum consunto)
guardai in alto, e vidi sulle sue spalle e su tutto il fianco
vestito ancora di candide coltri bianche
che mena dritto l’animo mio oltre le altrui lagnanze
Allor fu la mia paura un poco quieta
che nel lago Matese riuscii a soffocare
( per troppo che m’era durata)
e finalmente l’occhio vede che è ancora inverno bianco
E come quelli che con lena affannata
usciti fuori del gelido lago a la riva
si volgono all’'acqua perigliosa e gelata
così l'animo mio, ch'ancor fuggiva il tepor primaverile
mi volsi indietro a rimirar lo monte maestoso e candido
che non lasciò già mai freddofilo deluso
Poi ch'ebbi riposato un poco l’anche rifatte
ripresi via per la piana ancor ne la domenica dormiente e ancor deserta.
Assenza,
più acuta presenza.
Attilio Bertolucci, Sirio. 1929
Sono Lombardo al 51%
Campano Al 49%
Odio i termini inglesi.
Parliamo e scriviamo italiano,grazie.