Dopo le devastazioni provocate dai cicloni tropicali, come quello che ha colpito l’ex Birmania con un’energia 10 volte superiore a quella prodotta dalla bomba atomica di Hiroshima, l’opinione pubblica in Italia si allarma e si chiede se queste calamità prima o poi si abbatteranno sui mari italiani. Fortunatamente la risposta è negativa: il mare Mediterraneo non sarà mai sufficientemente caldo da innescare il fenomeno. I cicloni tropicali si formano solamente nella fascia oceanica compresa tra circa 30°N e 30°S quando la temperatura dei primi 50 m di oceano è di almeno 26.5°C. L’aria a contatto con l’oceano caldo diventa instabile e sale verso l’alto, raffreddandosi per espansione e condensando in imponenti nubi temporalesche l’enorme quantità di vapore acqueo sottratto all’oceano; la differenza di temperatura tra la base e la sommità del ciclone è dell’ordine di 100°C, in grado di generare venti di 200 km/h. I cicloni tropicali costituiscono la valvola di sfogo naturale attraverso la quale l’atmosfera si libera del surplus energetico che non è riuscita a trasferire dall’equatore ai poli con la normale circolazione, riequilibrando così le condizioni climatiche del Pianeta. E’ curioso osservare che i cicloni tropicali non si formeranno mai nelle vicinanze dell’equatore dove, pur essendo l’oceano molto caldo, risulta assente la forza di Coriolis che, legata alla velocità di rotazione della Terra, è in grado di determinare la necessaria deviazione alle traiettorie delle masse d’aria.
Adriano Mazzarella
Responsabile Osservatorio Meteorologico
Università Federico II
www.meteo.unina.it
Niente paura, il Mediterraneo ci protegge
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Datemi canna albanese vorrei vedere Napoli sepolta dalla neve più che in una città svedese
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