Quelle stalattiti, depositarie del clima che fu
Inviato: sabato 14 marzo 2009, 17:03
Dalla volta della grotte carsiche cadono continuamente gocce d'acqua ricca di calcite (carbonato di calcio) che con il passare del tempo si trasformano in concrezioni calcaree dette stalattiti, quando partono dalla volta della grotta verso il basso, e stalagmiti, quando salgono dal pavimento della grotta verso l’alto. La crescita delle stalattiti e stalagmiti (detti speleotemi) avviene per stratificazioni successive della calcite la cui concentrazione è controllata direttamente dalla pioggia che penetra all’interno della grotta e dalla temperatura dell’aria esterna: le piogge autunnali portano in grotta molecole organiche e gli inverni lunghi e freddi non permettono ai microorganismi di frammentare la materia organica che per questo motivo conferisce alla calcite un colore più scuro. L’analisi della successione dei livelletti chiari e scuri, specie sulle stalagmiti, e l’utilizzo di metodi di decadimento radioattivo permettono di ricostruire il clima del passato con risultati più precisi di quelli ottenuti dall’analisi degli anelli degli alberi e delle goccioline d’aria intrappolate all’interno delle carote di ghiaccio. Dagli speleotemi sparsi un po’ in tutto il mondo è stato possibile verificare l’alternanza di climi nell’arco di secoli: molto siccitoso nei periodi risalenti al nostro Alto Medio Evo e alla civiltà Maya in America Centrale, decisamente freddo nel periodo tra il 1645 e 1715 (noto come Minimo di Maunder) e con un elevato contenuto di solfato negli anni in cui avvennero grandi esplosioni vulcaniche.
Adriano Mazzarella
Responsabile Osservatorio Meteorologico
Università Federico II
http://www.meteo.unina.it