Differenze tra previsioni medio e lungo termine.
Inviato: sabato 14 marzo 2009, 12:35
Le previsioni del tempo utilizzano modelli fisico-matematici che richiedono una perfetta conoscenza dello stato iniziale dell’atmosfera per simulare le sue dinamiche future. L’atmosfera è un sistema interattivo molto complesso, cosiddetto caotico, nel quale le numerosissime variabili sono tra loro correlate in modo complicato (non lineare); non a caso si suole dire che il battito delle ali di una farfalla negli Stati Uniti è in grado di innescare dopo mesi un ciclone in Giappone. I modelli però vengono utilizzati non solo per prevedere il tempo ma anche per simulare il clima del futuro, fino a 50-100 anni. Ma se una previsione oltre una settimana è impossibile, come si può considerare attendibile una previsione che si spinge oltre i 50 anni? In realtà quando si affrontano fenomeni tipicamente climatici come la piovosità o la temperatura media di una stagione in un’area particolare, la simulazione diviene molto più stabile; il numero delle perturbazioni che in un anno raggiungerà una città, per esempio Napoli, è più prevedibile del giorno esatto in cui a Napoli pioverà. Nel primo caso fluttuazioni anche evidenti, come qualche perturbazione in più o in meno, possono influire poco sul risultato finale (annata di siccità piuttosto che molto piovosa); nel secondo caso un errore anche piccolo, per esempio la perturbazione che anticipa o ritarda di un giorno, può determinare il fallimento totale della previsione, rendendo soleggiata una giornata che doveva essere piovosa.
Adriano Mazzarella
Responsabile Osservatorio Meteorologico
Università Federico II
www.meteo.unina.it
Adriano Mazzarella
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