Messaggioda Blizzard » sabato 13 dicembre 2014, 18:25
Dovuta premessa: non ho mai approfondito l'argomento delle previsioni stagionali su base "teleconnettiva", ma, da profano, mi spingo a fare alcune considerazioni, con la speranza che qualcuno possa fornirmi input volti a ridurre il mio attuale livello (devo ammetterlo), di diffidenza su queste tecniche.
Il sistema terracqueo i questo preciso istante si trova in una condizione unica, cioè in ogni punto della superficie terrestre e dell'atmosfera, c'è una ed una sola temperatura, uno ed un solo tenore di umidità relativa, una ed una sola condizione anemometrica, e così via.
Questa situazione è, e non potrebbe essere diversamente, l'eredità della storia, più o meno recente, di tutte le vicissitudini esogene ed endogene, ad esso occorse. Il sistema è, in pratica, caotico, ma, in linea teorica, partendo dal presupposto che nulla accade per caso, si potrebbe dire che in esso, essendo un sistema, tutto quello che accade ha una sua ben ben definita causa o insieme di cause.
Ed è quindi questa storia recente che, determinando i parametri sopra citati, consente di esplicitare lo status del sistema terracqueo, anche rappresentandolo secondo i valori di determinati indici. In questo quadro rientrano anche le influenze radiative del sole.
Orbene, mi chiedo: ma in una previsione stagionale non credo che si tenga conto di una irregolarità radiativa solare, non so una improvvisa "tempesta geomagnetica", la quale può causare scompensi marcati nel sistema atmosferico.
Chiedo: è questo aspetto di imprevedibilità del fattore "esogeno" a limitare la probabilità di successo di una previsione stagionale?
Ha un fattore esterno la capacità di "forzare" il sistema atmosferico sino a rendere non supportabili gli schemi ipotizzati?
Aspetto con ansia un Vostro riscontro.
Blizzard