Neve a Napoli Febbraio 1973

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Re: Neve a Napoli Febbraio 1973

Messaggioda terence » giovedì 23 dicembre 2010, 9:06

mamma mia
:x :x

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Re: Neve a Napoli Febbraio 1973

Messaggioda Iceman » giovedì 23 dicembre 2010, 9:12

ma che The Ring sono solo 5-8 cm di neve a via pietro Castelino mt. 235 X( X( X( X(
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Re: Neve a Napoli Febbraio 1973

Messaggioda Ombra84 » giovedì 23 dicembre 2010, 9:38

Appunto: è un horror :D
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Re: Neve a Napoli Febbraio 1973

Messaggioda alme55 » giovedì 23 dicembre 2010, 11:39

Iceman ha scritto:Eccellente grande pip anzi grandissimo...

certo 15-20 cm mi sembrano esagerati ma almeno un 5 garantiti...

erano davvero altri tempi.. bastava una misera 528 per far nevicare seriamente... dove sono state scattate di preciso? a che quota?



Sicuramente erano altri tempi ma quella e' stata una configurazione rara e perfetta per la neve qui...

Adriano, a Via Gelso a Salerno ( 40 m slm ), davanti all'istituto tecnico che frequentavo ( terzo superiore che tempi ...) si accumularono circa 7 cm anche se e' solo una stima, ma gia allora ero appassionato di meteo anche se grezzamente.

Guardate che bellezza....quasi tre giorni sotto una -5 e piu, depressione bassobalcanica che tira giu aria gelida direttamente dal Polo, debole ma sufficiente continentalizzazione nel suo passaggio e noi pronti qui a godere, magari si realizzasse nuovamente anche in questi anni, neve certa fino alla costa con accumulo di 3/4 cm sulle spiagge e interni con la pala :D

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Re: Neve a Napoli Febbraio 1973

Messaggioda noqot » giovedì 23 dicembre 2010, 16:36

=)) =))
l'ha fatto ieri in TV
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Re: Neve a Napoli Febbraio 1973

Messaggioda Blizzard » martedì 9 ottobre 2012, 14:59

Ecco a voi il racconto di quella mitica nevicata, estratto dal racconto della mia vita di meteo-appassionato:

Mi sembra di ricordare il mese, forse febbraio, ma assolutamente non il giorno: era di domenica, questo lo ricordo benissimo ma null’altro. Mi perdonerete, ma dall’epoca è passato un bel po’ di tempo. Di quel giorno mi rimangono, comunque, delle immagini estremamente nitide, come delle vere e proprie fotografie impresse nella memoria.
Quella domenica si era presentata subito grigia, piovosa e posso immaginare fredda. Infatti a quei tempi avevo solo circa 10 anni e non avevo ancora comprato neanche il più semplice dei termometri. In tarda mattinata andai ad ascoltare la messa con i miei genitori, alla chiesa di S. Pasquale a Chiaia. Ricordo che all’uscita pioveva a dirotto e l’apertura degli ombrelli provocò non poco scompiglio. Il cielo era di un cupo colore grigio uniforme. Nei pochi metri che percorsi per rientrare a casa avvenne quello che può essere considerato il colpo di fulmine, la scintilla che ha dato inizio ad una vera e propria storia d’amore, storia che continua ancora oggi e che penso non finirà mai. Tra la pioggia vedevo delle isolate macchioline bianche, simili a coriandoli o a piccole farfalline, che quando cadevano sui tetti bagnati delle macchine restavano li per qualche istante prima di scomparire. Una visione davvero banale ma ne ero terribilmente incuriosito ed attratto. Appena arrivati a casa mia madre mise sul fuoco la pentola per cuocere la pasta. Il vapore fece subito appannare i vetri della finestra della cucina, un finestrone alto che si apriva con una catenella e poi quelli del soggiorno; solo quelli della lontana camera da letto dei miei rimasero asciutti. Avevo fatto spostare le tendine e disappannare un po’ il vetro della finestra della cucina ma data la limitata estensione della zona ripulita dalla condensa, non riuscivo a cogliere il fatto che aveva iniziato a cadere pioggia mista a neve. Tra il primo ed il secondo piatto mi alzai ed andai alla finestra del soggiorno. Pur non avendola mai vista in precedenza mi venne spontaneo e naturale gridare “Papà, corri, vieni a vedere, la neve”. Mio padre, immagino sbuffando un po’, ma con la sua abituale pazienza venne alla finestra e, forse, non aspettandosi di vedere la neve, a sua volta gridò “Maria, vieni a vedere, sta nevicando davvero”. Anche quella santa donna di mia madre, a sua volta, venne alla finestra ma non so se per cinismo o per sincerità emise un verdetto di questo tipo “Ma questa non è proprio neve, è pioggia con un po’ di neve”. Ci rimasi di un male, ma di un male, come se quella affermazione di mia madre avesse avuto il potere di sciogliere la neve trasformandola in pioggia. Comunque la temperatura si stava abbassando perché, incontestabilmente, la neve era sempre più fitta e la pioggia stava battendo in ritirata. A casa mia non c’era il riscaldamento e a fine inverno la temperatura poteva scendere anche intorno ai 10-12°C (questo l’ho scoperto in seguito, quando ho comprato un termometro). Per limitare il raffreddamento in casa, mio padre chiuse le persiane lasciando sollevate le due antine. Erano quelli i due piccoli schermi sui quali seguire lo spettacolo. Era la prima volta che osservavo la neve e vedere quella sostanza bianca cadere e frapporsi tra me le case di fronte era un fatto nuovo che mi affascinava terribilmente. Andavo con lo sguardo ora a destra, ora a sinistra, non ogni 10 minuti ma ogni 10 secondi!! Aspettavo con ansia il risveglio di mio padre dalla pennichella per poterlo coinvolgere in quell’evento così straordinario. Verso le 16 mio padre si svegliò e ancor prima che avesse ultimato l’apertura degli occhi fu costretto, senza possibilità di replica, a venire alla finestra. Ora la neve cadeva veramente copiosa, turbinando da sinistra a destra, spinta dal vento piuttosto forte da oriente. Si vedeva che mio padre era coinvolto emotivamente dal fenomeno tanto che mi propose di scendere in strada per vedere la neve da vicino. Mia madre invece, premurosa come tutte le mamme del mondo, escluse categoricamente questa possibilità. Mio padre si rassegnò ad andare da solo, si incappottò per bene, mise il suo bravo cappello e si avventurò in quella che ai miei occhi sembrava una vera e propria avventura ai limiti del circolo polare. La neve cominciava ad imbiancare i tetti delle auto e della vicina chiesa protestante. Andai alla finestra per veder passare mio padre che puntualmente comparve: si voltò verso di me, con una mano mi salutò mentre con l’altra si manteneva il cappello per evitare che il vento se lo portasse via. La strada, a parte mio padre, era deserta. Il mio babbo, preso forse da un attacco di senso di responsabilità (aveva infatti pur sempre due figli da portare alla maggiore età), rientrò subito a casa, tremante come una foglia. Mi ricordo che batteva i denti e sfregandosi le mani diceva “Brrrrrrrr, brrrrr, che freddo terribile, brrrrr”. A distanza di tanti anni mi viene il dubbio che la sua fosse tutta una abile messa in scena per dare pregnanza al suo gesto. Ma torniamo all’evento meteorologico in se stesso. Le ombre della sera avanzavano da est rendendo meno visibile la neve che continuava a cadere copiosa. Aspettavo con ansia che si accendessero i lampioni dell’illuminazione stradale per continuare a seguire quell’appassionante spettacolo. Verso le 19.00 la neve cominciò ad attenuarsi per poi cessare del tutto. Ricordo che speravo che da un momento all’altro ricominciasse a nevicare ma questo non accadde; il cielo diventava, però, sempre meno luminoso indicando che la nuvolosità si stava attenuando. Ad un certo punto apparvero i flebili puntini luminosi delle stelle.
Il mattino dopo appena sveglio corsi alla finestra e vidi per la prima volta il colore della neve in tutto il suo candido splendore. Era infatti una giornata di sole luminosa e quasi non mi pareva di riconoscere quei luoghi tanto erano resi diversi dalla presenza della neve. Dovevo andare a scuola e mai come quel giorno desideravo andarci al più presto possibile. Mia madre non poteva certo impedirmi di andare a scuola, o no? Non è difficile immaginare il motivo del mio desiderio folle di andare a scuola: scendere in strada e poter toccare la neve. Detto, fatto! Che sensazione particolare e straordinaria! Nessun aggettivo di quelli generalmente associati alla neve poteva rendere in maniera compiuta quella sensazione. In giro c’era una strana eccitazione, una atmosfera gioiosa; davanti alla De Amicis si vedevano volare palle di neve ed i grandi non facevano più di tanto per impedire ai ragazzini di giocare con la neve, consapevoli, forse, del fatto che una nevicata così, a Napoli, avviene ogni 30 anni.
Quel primo e fugace contatto con la neve provocò in me una condizione di dipendenza psicologica e, sin dal giorno successivo, di crisi di astinenza (e il clima di Napoli, ad un soggetto affetto da tale stato di dipendenza psicologica, lo conduce dritto dritto alla depressione).
A scuola non si parlava d’altro. La maestra assegnò un tema dal titolo che doveva essere del tipo “La neve a Napoli, una piacevole sorpresa”. Trascorsi tutto il pomeriggio a comporre questo tema, profondendo un impegno senza precedenti (non crediate, comunque, che fossi uno studente svogliato: sono sempre stato promosso a giugno con ottimi voti dalla 1a elementare sino alla maturità).
Immagino che il mio tentativo fosse stato quello di far trasparire le mie sensazioni, l’emozione che avevo provato. Come certamente sapete non c’è cosa più difficile del trasfondere le proprie sensazioni in parole. Infatti il risultato non dovette essere dei migliori in quanto il voto che presi, non ricordo quale, fu una grande delusione. Mi chiedevo come facesse la maestra a non cogliere la poesia insita nella comparsa dei primi fiocchi di neve tra la pioggia. Comunque sono sopravvissuto ed eccomi qua a raccontarvi quell’episodio.


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Re: Neve a Napoli Febbraio 1973

Messaggioda Dream Design » martedì 9 ottobre 2012, 15:27

S. Pasquale a Chiaia in pieno centro storico con dei bei cm di neve a terra ... sembra un racconto di fantascienza, secondo te quanti cm erano caduti li ? 4-5 cm ? E' sicuro quindi che in quel Febbraio 1973 la neve cadde con accumulo su tutta la città ;) magari allora quella foto del Palazzo Reale con la neve è davvero del 1973

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Re: Neve a Napoli Febbraio 1973

Messaggioda Blizzard » martedì 9 ottobre 2012, 15:37

Dream, se conosci i luoghi, ti dico che ad essere imbiancata benissimo era la copertura della chiesa anglicana e le auto. Io abitavo nel palazzo di Moccia ed affacciavo proprio sulla chiesa. Non mi ricordo se per strada e sui marciapiedi c'era accumulo. Ricordo solo le auto che scendevano per via S. Pasquale, che provenivano immagino da zone a quote superiori, con spessori di neve stimo anche oltre i 10 cm. Ovviamente quelle che si fermavano erano prese subito d'assalto dai SNOW BALL MAKER..... cioè noi ragazzini.
Ripeto: ancora oggi ho dei fermo-immagine nitidissimi di quella mattina.
Vuoi una stima di cm? Io direi che sulle auto "locali" c'erano 2-3 cm..... ma sono passati 40 anni!!!!!!!!
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Re: Neve a Napoli Febbraio 1973

Messaggioda alme55 » martedì 9 ottobre 2012, 15:48

Ottimo Blizz... ;) Bella storia e meravigliosi ricordi che solo un abitante della costa puo conservare.

Qui a Salerno come detto in altro post , 5/7 cm in zona Carmine a 50 metri ma sulle colline intorno alla citta', tipo quella del castello di Arechi ( 250 metri?) credo anche 12/15 cm a giudicare dalla mia foto in quell'altro post

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Re: Neve a Napoli Febbraio 1973

Messaggioda Dream Design » martedì 9 ottobre 2012, 15:49

non hai per niente ricordi o note del Marzo 1971 vero ?

anni fa su Youtube pescai un video del TG con Piazza Plebiscito con la neve del 1971 ma non lo trovo più :(

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Re: Neve a Napoli Febbraio 1973

Messaggioda Dream Design » martedì 9 ottobre 2012, 15:52

comunque veramente un c.ulo strepitoso nel 1973, minimo velocissimo sul Basso Tirreno con la -4-5 in discesa con venti forti da NE

oggi potrebbe ancora capitare ma giù Napoli è acqua/neve oppure fioccata ma senza accumulo

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Re: Neve a Napoli Febbraio 1973

Messaggioda Iceman » martedì 9 ottobre 2012, 20:00

Dopo aver riletto il racconto di Blizz che già conoscevo confermo che quella foto del palazzo reale sotto la neve non è del 1973 ma antecedente.. probabile un 1956 o 1962-63 o anche 71 ma nn credo
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Re: Neve a Napoli Febbraio 1973

Messaggioda Blizzard » mercoledì 10 ottobre 2012, 12:49

No, Dream, del 1971 non ho alcun ricordo.....
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Re: Neve a Napoli Febbraio 1973

Messaggioda Dream Design » giovedì 11 ottobre 2012, 22:50

Maximiliano Herrera mi scrive

Marzo 1971:

9 cm a Caserta, 7 cm a Gaeta, Amalfi 4 cm, Ponza 4 cm

mi viene di pensare al Vomero sommerso ...

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Re: Neve a Napoli Febbraio 1973

Messaggioda Iceman » giovedì 11 ottobre 2012, 23:13

a me viene da pensare al vomero saltato grazie allo scudo spaziale che si crea con il NE
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Re: Neve a Napoli Febbraio 1973

Messaggioda Dream Design » giovedì 11 ottobre 2012, 23:41

hai ragione, infatti Gaeta Roma Amalfi Ponza etc etc sono sul lato Adriatico ............

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Re: Neve a Napoli Febbraio 1973

Messaggioda Iceman » venerdì 12 ottobre 2012, 9:03

infatti parlavo di Napoli :-P :p :p :p :p
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Re: Neve a Napoli Febbraio 1973

Messaggioda Dream Design » venerdì 12 ottobre 2012, 9:35

e che c'azzecca ?!? Pure loro sono esposte al NE come lo siamo noi

nel Marzo 71 si è formata una ciclonesi tirrenica con correnti da NE, come nel Febbraio 56

deve aver nevicato un pò ovunque

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Re: Neve a Napoli Febbraio 1973

Messaggioda Burian » venerdì 12 ottobre 2012, 10:47

Blizzard ha scritto:Ecco a voi il racconto di quella mitica nevicata, estratto dal racconto della mia vita di meteo-appassionato:

Mi sembra di ricordare il mese, forse febbraio, ma assolutamente non il giorno: era di domenica, questo lo ricordo benissimo ma null’altro. Mi perdonerete, ma dall’epoca è passato un bel po’ di tempo. Di quel giorno mi rimangono, comunque, delle immagini estremamente nitide, come delle vere e proprie fotografie impresse nella memoria.
Quella domenica si era presentata subito grigia, piovosa e posso immaginare fredda. Infatti a quei tempi avevo solo circa 10 anni e non avevo ancora comprato neanche il più semplice dei termometri. In tarda mattinata andai ad ascoltare la messa con i miei genitori, alla chiesa di S. Pasquale a Chiaia. Ricordo che all’uscita pioveva a dirotto e l’apertura degli ombrelli provocò non poco scompiglio. Il cielo era di un cupo colore grigio uniforme. Nei pochi metri che percorsi per rientrare a casa avvenne quello che può essere considerato il colpo di fulmine, la scintilla che ha dato inizio ad una vera e propria storia d’amore, storia che continua ancora oggi e che penso non finirà mai. Tra la pioggia vedevo delle isolate macchioline bianche, simili a coriandoli o a piccole farfalline, che quando cadevano sui tetti bagnati delle macchine restavano li per qualche istante prima di scomparire. Una visione davvero banale ma ne ero terribilmente incuriosito ed attratto. Appena arrivati a casa mia madre mise sul fuoco la pentola per cuocere la pasta. Il vapore fece subito appannare i vetri della finestra della cucina, un finestrone alto che si apriva con una catenella e poi quelli del soggiorno; solo quelli della lontana camera da letto dei miei rimasero asciutti. Avevo fatto spostare le tendine e disappannare un po’ il vetro della finestra della cucina ma data la limitata estensione della zona ripulita dalla condensa, non riuscivo a cogliere il fatto che aveva iniziato a cadere pioggia mista a neve. Tra il primo ed il secondo piatto mi alzai ed andai alla finestra del soggiorno. Pur non avendola mai vista in precedenza mi venne spontaneo e naturale gridare “Papà, corri, vieni a vedere, la neve”. Mio padre, immagino sbuffando un po’, ma con la sua abituale pazienza venne alla finestra e, forse, non aspettandosi di vedere la neve, a sua volta gridò “Maria, vieni a vedere, sta nevicando davvero”. Anche quella santa donna di mia madre, a sua volta, venne alla finestra ma non so se per cinismo o per sincerità emise un verdetto di questo tipo “Ma questa non è proprio neve, è pioggia con un po’ di neve”. Ci rimasi di un male, ma di un male, come se quella affermazione di mia madre avesse avuto il potere di sciogliere la neve trasformandola in pioggia. Comunque la temperatura si stava abbassando perché, incontestabilmente, la neve era sempre più fitta e la pioggia stava battendo in ritirata. A casa mia non c’era il riscaldamento e a fine inverno la temperatura poteva scendere anche intorno ai 10-12°C (questo l’ho scoperto in seguito, quando ho comprato un termometro). Per limitare il raffreddamento in casa, mio padre chiuse le persiane lasciando sollevate le due antine. Erano quelli i due piccoli schermi sui quali seguire lo spettacolo. Era la prima volta che osservavo la neve e vedere quella sostanza bianca cadere e frapporsi tra me le case di fronte era un fatto nuovo che mi affascinava terribilmente. Andavo con lo sguardo ora a destra, ora a sinistra, non ogni 10 minuti ma ogni 10 secondi!! Aspettavo con ansia il risveglio di mio padre dalla pennichella per poterlo coinvolgere in quell’evento così straordinario. Verso le 16 mio padre si svegliò e ancor prima che avesse ultimato l’apertura degli occhi fu costretto, senza possibilità di replica, a venire alla finestra. Ora la neve cadeva veramente copiosa, turbinando da sinistra a destra, spinta dal vento piuttosto forte da oriente. Si vedeva che mio padre era coinvolto emotivamente dal fenomeno tanto che mi propose di scendere in strada per vedere la neve da vicino. Mia madre invece, premurosa come tutte le mamme del mondo, escluse categoricamente questa possibilità. Mio padre si rassegnò ad andare da solo, si incappottò per bene, mise il suo bravo cappello e si avventurò in quella che ai miei occhi sembrava una vera e propria avventura ai limiti del circolo polare. La neve cominciava ad imbiancare i tetti delle auto e della vicina chiesa protestante. Andai alla finestra per veder passare mio padre che puntualmente comparve: si voltò verso di me, con una mano mi salutò mentre con l’altra si manteneva il cappello per evitare che il vento se lo portasse via. La strada, a parte mio padre, era deserta. Il mio babbo, preso forse da un attacco di senso di responsabilità (aveva infatti pur sempre due figli da portare alla maggiore età), rientrò subito a casa, tremante come una foglia. Mi ricordo che batteva i denti e sfregandosi le mani diceva “Brrrrrrrr, brrrrr, che freddo terribile, brrrrr”. A distanza di tanti anni mi viene il dubbio che la sua fosse tutta una abile messa in scena per dare pregnanza al suo gesto. Ma torniamo all’evento meteorologico in se stesso. Le ombre della sera avanzavano da est rendendo meno visibile la neve che continuava a cadere copiosa. Aspettavo con ansia che si accendessero i lampioni dell’illuminazione stradale per continuare a seguire quell’appassionante spettacolo. Verso le 19.00 la neve cominciò ad attenuarsi per poi cessare del tutto. Ricordo che speravo che da un momento all’altro ricominciasse a nevicare ma questo non accadde; il cielo diventava, però, sempre meno luminoso indicando che la nuvolosità si stava attenuando. Ad un certo punto apparvero i flebili puntini luminosi delle stelle.
Il mattino dopo appena sveglio corsi alla finestra e vidi per la prima volta il colore della neve in tutto il suo candido splendore. Era infatti una giornata di sole luminosa e quasi non mi pareva di riconoscere quei luoghi tanto erano resi diversi dalla presenza della neve. Dovevo andare a scuola e mai come quel giorno desideravo andarci al più presto possibile. Mia madre non poteva certo impedirmi di andare a scuola, o no? Non è difficile immaginare il motivo del mio desiderio folle di andare a scuola: scendere in strada e poter toccare la neve. Detto, fatto! Che sensazione particolare e straordinaria! Nessun aggettivo di quelli generalmente associati alla neve poteva rendere in maniera compiuta quella sensazione. In giro c’era una strana eccitazione, una atmosfera gioiosa; davanti alla De Amicis si vedevano volare palle di neve ed i grandi non facevano più di tanto per impedire ai ragazzini di giocare con la neve, consapevoli, forse, del fatto che una nevicata così, a Napoli, avviene ogni 30 anni.
Quel primo e fugace contatto con la neve provocò in me una condizione di dipendenza psicologica e, sin dal giorno successivo, di crisi di astinenza (e il clima di Napoli, ad un soggetto affetto da tale stato di dipendenza psicologica, lo conduce dritto dritto alla depressione).
A scuola non si parlava d’altro. La maestra assegnò un tema dal titolo che doveva essere del tipo “La neve a Napoli, una piacevole sorpresa”. Trascorsi tutto il pomeriggio a comporre questo tema, profondendo un impegno senza precedenti (non crediate, comunque, che fossi uno studente svogliato: sono sempre stato promosso a giugno con ottimi voti dalla 1a elementare sino alla maturità).
Immagino che il mio tentativo fosse stato quello di far trasparire le mie sensazioni, l’emozione che avevo provato. Come certamente sapete non c’è cosa più difficile del trasfondere le proprie sensazioni in parole. Infatti il risultato non dovette essere dei migliori in quanto il voto che presi, non ricordo quale, fu una grande delusione. Mi chiedevo come facesse la maestra a non cogliere la poesia insita nella comparsa dei primi fiocchi di neve tra la pioggia. Comunque sono sopravvissuto ed eccomi qua a raccontarvi quell’episodio.


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Re: Neve a Napoli Febbraio 1973

Messaggioda Iceman » venerdì 12 ottobre 2012, 11:35

Dream Design ha scritto:e che c'azzecca ?!? Pure loro sono esposte al NE come lo siamo noi

nel Marzo 71 si è formata una ciclonesi tirrenica con correnti da NE, come nel Febbraio 56

deve aver nevicato un pò ovunque


=)) =)) =))

quanto stai appizzat !!!

scuordatelll le nevicate degli anni 70 non le faranno più... =))
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Ricomincio da tre

Il freddo unisce il caldo separa...

Ridatemi il febbraio del 1956 ... 2018 c'eravamo quasi...

La neve è neve...la grandine è grandine :-P

Datemi canna albanese vorrei vedere Napoli sepolta dalla neve più che in una città svedese

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