Scriveva, il caporalmaggiore Matteo Miotto...

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sandro
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Scriveva, il caporalmaggiore Matteo Miotto...

Messaggioda sandro » sabato 1 gennaio 2011, 11:11

TESTIMONIANZA DALL'AFGHANISTAN, Valle del Gulistan, ottobre 2010...

Voglio ringraziare a nome mio ma sopratutto a nome di tutti noi militari in missione, chi come Lei
Sindaco, ci vuole ascoltare e non ci degna del suo pensiero solo in tristi occasioni come quando il
tricolore avvolge quattro alpini morti perché facevano il loro dovere .
Del resto ciò che fa rumore al giorno d'oggi e fa smuovere voti è ben altro...Grazie per questo
Sindaco, ha la nostra stima.
Corrono giorni in cui identità e valori sembrano superati,soffocati da una realtà che ci nega
il tempo per pensare a cosa siamo,da dove veniamo,a cosa apparteniamo...
Questi popoli di terre sventurate,in cui spadroneggia la corruzione in cui a comandare non
sono governanti ma capi clan che ottengono il potere con il sangue,hanno saputo
conservare le loro radici dopo che i migliori eserciti, le più grosse armate hanno marciato
sulle loro case: invano. L'essenza del popolo afghano è viva ,le loro tradizioni si ripetono,
possiamo ritenerle sbagliate,arcaiche, ma da migliaia di anni sono rimaste immutate.
Gente che nasce, vive e muore per amore delle proprie radici della propria terra e di essa
si nutre. Allora riesci a capire che questo strano popolo dalle usanze stravaganti ha
qualcosa da insegnare a noi civilizzati occidentali...
Come ogni giorno partiamo per una pattuglia. Avvicinandoci ai nostri mezzi Lince, prima di
uscire, sguardi bassi, qualche gesto di rito scaramantico,segni della croce...Nel mezzo
blindo,all'interno,non una parola. Solo la radio che ci aggiorna su possibili kamikaze
avvistati,su possibili zone per imboscate, nient'altro nell'aria...
Consci che il suolo afghano è cosparso di ordigni artigianali pronti ad esplodere al
passaggio delle 6 tonnellate del nostro Lince.
Siamo il primo mezzo della colonna,ogni metro potrebbe essere l'ultimo, ma non ci pensi.
La testa è troppo impegnata a scorgere nel terreno qualcosa di anomalo,finalmente siamo
alle porte del villaggio...
Veniamo accolti dai bambini che da dieci diventano venti, trenta, siamo circondati, si
portano una mano alla bocca ormai sappiamo cosa vogliono: sono pieni di fame...
Poi li guardi: sono senza scarpe, scalzi,con addosso qualche straccio che a occhio ha già
vestito più di qualche fratello o sorella...
Dei loro padri e delle loro madri neanche l'ombra,il villaggio è un viavai di bambini han
tutta l'aria di non esser lì per giocare...Non sono lì a caso,hanno quattro,cinque anni i più
grandi massimo dieci e con loro un mucchio di sterpaglie. Poi guardi bene,sotto c'è un
asinello,stracarico,porta con sé il raccolto,stanno lavorando... e i fratelli maggiori , si
intenda non più che quattordicenni, con un gregge che lascia sbigottiti anche i nostri alpini
sardi, gente che di capre e pecore ne sa qualcosa...
Dietro le finestre delle capanne di fango e fieno un adulto ci guarda, dalla barba gli dai
sessanta settant’anni poi scopri che ne ha massimo trenta...
Delle donne neanche l'ombra, quelle poche che tardano a scappare al nostro arrivo al
villaggio indossano il burka integrale: ci saranno quaranta gradi all'ombra...
Quel poco che abbiamo con noi glielo lasciamo. Ognuno prima di uscire per una pattuglia
sa che deve riempirsi bene le tasche e il mezzo di acqua e viveri: non serviranno certo a
noi...
Che dicano poi che noi alpini siamo cambiati...
Mi ricordo quando mio nonno mi parlava della guerra: “brutta cosa bocia, beato ti che non
te la vedarè mai...”
Ed eccomi qua, valle del Gulistan, Afghanistan centrale, in testa quello strano copricapo
con la penna che per noi alpini è sacro.
Se potessi ascoltarmi, ti direi “ visto ,nono, che te te si sbaià...”
Caporal Maggiore Miotto Matteo
Assenza,
più acuta presenza.
Attilio Bertolucci, Sirio. 1929

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Odio i termini inglesi.
Parliamo e scriviamo italiano,grazie.

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Re: Scriveva, il caporalmaggiore Matteo Miotto...

Messaggioda noqot » domenica 2 gennaio 2011, 18:10

Ancora un tragico lutto in Afghanistan.
Molto belle le parole.

Ci sarebbero molte cose da dire sul senso di questa morte e, più in generale, di questa missione "di pace"; non lo faccio perchè altrimenti la butteremmo in politica..
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