Blizzard ha scritto:Faccio una premessa debita: condivido appieno le vostre considerazioni, che legano la cementificazione al riscaldamento globale e alla modificazione a scala locale delle condizioni microclimatiche. Il microclima è parte integrante del clima in quanto anche i dati relativi ad una stazione ufficiale inglobata in un microclima, anche modificato dalla cementificazione selvaggia o altre attività antropiche, entrano nell’immenso calderone dei dati utilizzati per lo studio delle modificazioni a scala planetaria del clima. Ed evidenzio che anche io sono convinto che sia un fatto molto deleterio per l'ambiente la presenza di processi di cementificazione/antropizzazione selvaggia. Ma ora procedo ad introdurre un punto di vista diverso della problematica.
Forse molti di voi sanno già che io sono un ingegnere civile e che in passato mi sono anche occupato di tecnica delle costruzioni. Con questa mia nota voglio introdurre alcune argomentazioni che credo abbiano attinenza con la tematica della cementificazione. E sono convinto che potrà scatenarsi una discussione molto accesa, ma vi chiedo di non esagerare
Orbene, vi propongo ora alcuni concetti di base nel campo delle strutture portanti degli edifici.
Il primo è quello che individua due tipi di strutture, quelle cosiddette in muratura e quelle in cemento armato. Sono due tipologie abissalmente diverse tra di loro. Provo a descriverle sinteticamente.
Le strutture in muratura sono costituite da elementi lapidei (dalle nostre parti regnano i blocchi di tufo giallo napoletano), poggiati uno sull’altro ed uniti tra di loro da prodotti leganti (malte) che, creando un collegamento tra di essi, consentono la trasmissione delle tensioni che nascono a seguito delle sollecitazioni che possono agire sulla struttura (vento, sisma, carichi permanenti, accidentali, ecc.).
Le strutture in cemento armato sono invece strutture che una volta realizzate possiamo considerarle come un insieme unico di elementi, un qualcosa di monolitico, nel quale una trave o un pilastro al primo piano collabora, dal punto di vista strutturale, con tutti gli altri elementi della struttura, anche di quelli all’ultimo piano. Il legante cemento, miscelato con acqua, sabbia e pietrisco, diventa calcestruzzo. Il calcestruzzo ha una modesta resistenza a trazione: per ovviare a questo aspetto, lo si arma con i tondini di acciaio, al fine di conferire una adeguata resistenza a trazione nei punti ove questa sollecitazione è presente.
Un terremoto che ha segnato la storia delle costruzioni in Italia è stato quello dell’Irpinia e della Lucania del 23 novembre 1980, in quanto è stato solo dopo di esso che il legislatore ha preso (finalmente) la decisione di regolamentare, sia dal punto di vista tecnico che amministrativo, il settore delle costruzioni. In Italia, quindi, esiste, in corrispondenza della metà degli anni ’80, un passaggio cruciale (almeno sulla carta): in linea teorica, le costruzioni dopo il 1985 dovrebbero essere state costruite TUTTE con criteri antisismici.
Un altro aspetto fondamentale è il seguente: le strutture in cemento armato invecchiano, termine che tradotto in termini tecnici significa che con il trascorrere del tempo diminuisce la loro capacità di resistere alle sollecitazioni, di qualunque tipo esse siano. Tale calo è particolarmente forte per le strutture in cemento armato precompresso (quelle che spesso vengono usate per i viadotti stradali): in esse è come se l’acciaio che assicura la resistenza strutturale si afflosciasse (fenomeno del rilassamento o, nei casi estremi, dello snervamento), sino a non essere più in grado di rispondere alla funzione strutturale a lui destinata.
Il salto (calo) di resistenza è particolarmente marcato in corrispondenza di un sisma di grande intensità, come quello, per esempio, del novembre 1980. La quasi totalità delle strutture in cemento armato della Campania hanno memoria di questo sisma. E’ come quando uno sportivo subisce un grave incidente: probabilmente guarirà ma il suo recupero probabilmente non potrà essere del tutto completo.
Esistono delle tecniche di consolidamento statico, sia delle strutture in muratura sia delle strutture in cemento armato: quelle che si possono applicare ad una struttura in muratura danneggiata da un terremoto sono più efficaci e più economiche di quelle prevedibili per una struttura in cemento armato.
Non so quanti di voi hanno sentito parlare di sisma-bonus: si tratta di incentivi fiscali estremamente vantaggiosi che vengono offerti dallo Stato a quei condomini che decidono di rinforzare la resistenza dello stabile alle sollecitazioni sismiche, al fine di recuperare quello che si è perso in occasione del sisma del 1980 e nei tanti anni di vita che le strutture hanno oramai sul groppone.
Io, se non esistesse alcuna implicazione ambientale (e se avessi i soldi per farlo), mi progetterei l’edificio dove vivere e ci andrei ad abitare di corsa (ovviamente seguirei con molta attenzione il lavoro dell’impresa che lo realizza ). Io credo che se dovesse arrivare il Big One, il grande terremoto che ci si aspetta da un momento all’altro (Regioni maggiormente indiziate di ospitare l’epicentro sono Calabria e Sicilia, e quindi la Campania ne risentirebbe fortemente), le conseguenze sarebbero drammatiche, perché la resistenza strutturale non è più quella degli anni di immediata post-costruzione.
Per concludere: io credo che la cementificazione osservata negli ultimi anni si basa solo in piccolissima percentuale sulla consapevolezza di questa necessità di dover rifondare il nostro patrimonio abitativo in termini di sicurezza strutturale. Si tratta solo di operazioni speculative ma che potrebbero aver portato (l'utilizzo del condizionale è opportuno perché le case potrebbero essere state progettate con criteri antisismici ma essere state realizzate senza rispettare in pieno il progetto) ad un incremento dei livelli di sicurezza in caso di evento sismico rilevante.
L’edificio dove abito, mi vien riferito da voci di corridoio, in occasione del terremoto del novembre 80 risultò fortemente danneggiato; vennero effettuati dei lavori di consolidamento ma se viene un forte terremoto….. mi vedo male combinato.
Io da fatalista quale sono, spero che questo Big One non arrivi mai, e se proprio dovesse arrivare, confido nella buona sorte…. tanto una volta si deve morire
PS: Spero che non ci siano strutturisti praticanti in questo forum, in quanto ho semplificato al massimo i concetti, forse anche troppo. Ho ritenuto di dare comunque alcune informazioni su questa tematica che credo sia utile conoscere, a prescindere da tutto….
Non ho però capito cosa centra con l'aumento termico nei bassi strati il discorso su come sono costruite le strutture, i terremoti , gli eventuali danni e il big one.. secondo me sei andato fuori tema il topic dei terremoti è altrove...